ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Liberazione
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Sabato 27 luglio 2002

Alberto Tomasso
Sequestri, consumo e traffici nel rapporto annuale del Viminale.
«E' il fallimento delle politiche proibizioniste»


Boom dell'eroina, ma in quattro anni i morti sono dimezzati


L'eroina torna ad essere la regina delle droghe. Questo è forse il dato più significativo che emerge dal Rapporto Annuale della direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Viminale, che presenta l'attività di sequestro svolta nel 2001. Ne emerge, sebbene in modo indiretto, una fotografia del consumo degli stupefacenti in Italia, delle differenze tra Nord e Sud, delle rotte dello spaccio.

Dal rapporto risulta un aumento complessivo dei sequestri del 13%. Ed è boom dell'eroina: i sequestri, infatti, sono cresciuti di ben il 98% rispetto al 2000. Ma cambiano le modalità di consumo: complice il diffondersi della paura delle malattie - Aids in testa - sembra passare in secondo piano l'uso delle siringhe, a vantaggio dello "sniffo". Potrebbe essere proprio questo uno dei motivi per i quali, nonostante il consumo aumenti, cala, invece, il numero dei morti: in quattro anni, i decessi sono quasi dimezzati, passando dai 1.566 del 1996 agli 822 del 2001.

Sebbene in misura minore, l'aumento dei sequestri riguarda anche le altre droghe. Ne risulta che, in tutte le regioni della penisola, il consumo di cocaina, ecstasy, hashish e marjiuana sale con percentuali comprese tra il 20 e il 40 per cento. L'eroina e la cocaina si utilizzano maggiormente al settentrione; la marijuana va per la maggiore al Sud; al Centro, si preferiscono i "cocktail" di stupefacenti.

Dal rapporto del Viminale, emerge anche la fotografia delle rotte dello spaccio, senza per altro portare novità sostanziali: la produzione continua ad essere appannaggio del sud-est asiatico, per poi venire trasportata attraverso Russia ed Afghanistan. Un ruolo centrale nel traffico di stupefacenti lo hanno ormai acquisito le organizzazioni albanesi che hanno trasformato il paese delle Aquile in un gigantesco centro per lo stoccaggio e lo smistamento della droga destinata all'Europa. Insieme a loro restano coinvolti nell'attività criminale tunisini, spagnoli e, anche se non più come un tempo, i colombiani.

I dati del rapporto, segnalando un aumento dei sequestri e, di riflesso, del consumo di stupefacenti, costituisce l'ennesima prova del fallimento delle politiche proibizioniste. Eppure, il governo, per bocca del sottosegretario Alfredo Mantovano, non trova niente di meglio che annunciare la linea dura nei confronti della "modica quantità". «E' del tutto evidente - commenta il verde Paolo Cento - che il governo fa ideologia sulla pelle dei tossicodipendenti e dei loro famigliari». E a proposito dell'uso terapeutico della marjiuana aggiunge: «Su questo tema il governo ascolti, oltre alle centinaia di medici e scienziati, il senatore Cossiga». Il riferimento è alla lettera inviata dall'ex-Presidente della Repubblica ad un consigliere regionale della lombardia in cui scrive: «Sarebbe soltanto un vizio sub-culturale ammettere l'uso terapeutico della morfina e non quello della marijuana eventualmente farmaceuticamente manipolata in modo tale da ridurne al minimo gli eventuali effetti collaterali».


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