SOTTOSEGRETARIO DI STATO
AL MINISTERO DELL'INTERNO
Dipartimento della Pubblica Sicurezza


Interventi Pubblici

 

 

Intervento del Sottosegretario all'Interno on. Alfredo Mantovano al

convegno "Strategie Nazionali e Internazionali nella lotta alla droga"

Roma, 16 febbraio 2005 - Camera dei Deputati - Sala del Refettorio


 

Il contrasto alla droga richiede strategie in grado di presidiare contemporaneamente i diversi aspetti della questione: · promuovere una cultura che escluda la ricerca di esperienze di droga, proponendo valori adeguati; · prevenire e informare, per orientare i danni e i pericoli connessi all'uso di stupefacenti; · reprimere il traffico e lo spaccio, sia sul piano nazionale che su quello internazionale, con riferimento ai paesi di transito e ai produttori; · recuperare i soggetti che fanno uso di droghe.

Il bilancio generale in termini quantitativi dell'azione di contrasto svolta in Italia nel 2004 dalle Forze di Polizia può essere sintetizzato nei dati che enuncio:

* nr. 17.287 operazioni
* kg. 24.145 di stupefacenti sequestrati.
* nr. 28.906 denunciati all'AG.

I dati raffrontati alle risultanze del 2003 pongono in evidenza una flessione dei sequestri (- 45,5 6%). Il decremento dei sequestri è riferibile quasi esclusivamente alla minore quantità di cannabis e dei suoi derivati, ed è l'esito dell'aumentata azione di controllo sulle diverse rotte dei traffici, che ha costretto i trafficanti ad individuare percorsi alternativi e a diversificare i modus operandi.

Andando a leggere nel dettaglio i dati emerge un incremento del 50% dei sequestri di anfetaminici, che indica una preoccupante svolta nella tipologia del consumo ; e segnala la necessità di rivedere i parametri di valutazione dell'intero fenomeno, a cominciare dalla difficoltà di rilevazione dei casi di morte per droga, oggi non facilmente distinguibili, ad esempio, da una parte dei decessi per incidente stradale.

Di rilievo sono i quantitativi di cocaina e di eroina sequestrati: rispettivamente oltre 3.300 kg e 2.400 kg. Certamente più significativo è l'andamento del traffico di cocaina che continua a far registrare in Italia, ma anche in molti altri Paesi dell'U.E., una domanda sempre più accentuata.

Le analisi sulle attività investigative concluse e tuttora in corso consentono di indicare i seguenti assetti criminali sulla gestione del traffico illecito, nella prospettiva sia nazionale che internazionale. Oltre il 40% dell'eroina sequestrata nel nostro Paese risulta gestito da organizzazioni criminali albanesi. Queste operano, con ramificazioni internazionali e con solide basi organizzative in Italia, in modo autonomo, ovvero insieme con associazioni criminali nostrane. Circa il 50% dell'eroina sequestrata nel nostro paese risulta proveniente dall'Albania (NB: non prodotta lì). Per questa ragione le forze di polizia sono particolarmente impegnate in attività investigative nei confronti di organizzazioni albanesi che sono presenti in numero elevato sul territorio nazionale.

Il traffico di eroina è alimentato in misura prevalente dalla produzione di oppio in Afghanistan. Purtroppo anche per il 2005 vi sono ragioni per temere che questo paese costituirà il territorio a maggior produzione di eroina, per l'accentuato incremento delle coltivazioni di oppio e per l'accertata costituzione, in quel Paese, di un rilevante numero di laboratori clandestini.

Il traffico di cocaina, di quasi totale provenienza dalla Colombia, è gestito prevalentemente dalla criminalità organizzata calabrese, che conta su collegamenti con trafficanti colombiani e spagnoli e che svolge un ruolo centrale per lo smistamento di questa sostanza nel nostro paese. E' poi particolarmente rilevante la quantità di cocaina che giunge nel nostro Paese, attraversando la Spagna.

Il traffico di hashish, invece, è gestito prevalentemente da cittadini marocchini e giunge in Europa quasi esclusivamente dal Marocco, attraverso la Spagna. Il territorio iberico ha ormai assunto un ruolo di grande importanza anche nel traffico di hashish. Un indicatore importante di questo fenomeno è il fatto che nel 2004 i sequestri effettuati in Spagna seguono un andamento di evidente crescita, già manifestatosi in forma esponenziale negli ultimi due anni. L'entità della sostanza sequestrata nel 2004 ha superato gli 800 kg.. La Spagna si pone come Paese di "riferimento" sia a livello europeo che mondiale. Le spedizioni, prevalentemente via mare, si svolgono tutte o quasi attraverso la penisola iberica per essere, poi, inoltrate in altri Paesi dell'U.E. Si stima che l'hashish sequestrato nel 2004 in Spagna, proveniente dal Marocco, sia pari al 50% dei sequestri a livello mondiale e al 77% di quelli a livello europeo. Per quanto concerne il modus operandi delle organizzazioni criminali, il trasporto nel breve tratto di mare che separa il Marocco dalle coste spagnole viene effettuato su imbarcazioni veloci, spesso gommoni. Da ultimo, va evidenziato che la marijuana che giunge nel nostro Paese viene coltivata prevalentemente in Albania.

Anche se al momento in questo Paese, grazie agli sforzi compiuti ed ancora in atto da parte del Governo italiano, si stanno facendo sforzi significativi per mappare ed eliminare le coltivazioni di canapa, tuttora presenti nelle zone meno controllabili del territorio, il fenomeno della coltura è tutt'altro che residuale. Degli oltre 8.000 trafficanti di etnia straniera denunciati in Italia, a fronte di un totale di quasi 29.000 persone, le maggiori presenze registrate sono state nell'ordine cittadini marocchini, tunisini, albanesi, algerini, nigeriani, spagnoli, senegalesi e colombiani.

Un altro dato particolarmente preoccupante è quello dei minori, oltre 1.000, con un incremento rispetto all'anno precedente di sei punti e mezzo percentuali. La strategia italiana per contrastare il traffico illecito colloca al primo posto la possibilità di dare corso alle consegne controllate, ritenute strumento di rilevante importanza, per individuare e disarticolare le grosse organizzazioni criminali. Nel 2004, la D.C.S.A, ha fornito assistenza per la esecuzione di 59 consegne controllate, tra nazionali ed internazionali.

Le attività investigative sviluppate sul territorio ed i controlli effettuati ai confini hanno evidenziato che l'Italia mantiene le caratteristiche di Paese di transito dei traffici di droga, oltre che di consumo, e continua ad essere rilevante "base" di articolate organizzazioni criminali di carattere sia nazionale che internazionale.

Al dilagante incremento di offerta di stupefacenti provenienti dai diversi poli esteri di produzione si è contrapposta una strategia incentrata essenzialmente sul coordinamento delle investigazioni e sulla intensificazione della cooperazione con agenzie antidroga di altri Paesi. L'attività svolta e i risultati ottenuti hanno confermato che "coordinamento" e "cooperazione internazionale" sono strumenti necessari ed indispensabili per una efficace attività di prevenzione e repressione del traffico illecito di stupefacenti. In questo ambito è importante sottolineare la particolare importanza di una adeguata rete di "esperti antidroga" collocati nei paesi che hanno un ruolo più rilevante nella produzione e nel traffico.

Le analisi svolte hanno, inoltre, confermato - come più volte sottolineato nelle più qualificate sedi internazionali - che il traffico di droga rimane la forma più diffusa e più redditizia di attività criminale organizzata a livello transnazionale. Il lavoro da svolgere è ancora tanto, ma sono convinto che per la parte riguardante il contrasto all'offerta la strada intrapresa sia giusta. Si tratta ora di fare perno su questo punto fermo per mettere in moto tutti gli altri elementi che citati all'inizio.

E' indispensabile una sempre più netta attività di chiarificazione che superi inesistenti distinzioni fra droghe cosiddette "pesanti" e "leggere" e una maggiore conformità delle politiche in ambito europeo e nazionale alle indicazioni delle Nazioni Unite. Tutto questo nella consapevolezza che un atteggiamento responsabile nei confronti del problema non può limitarsi ad una pilatesca "riduzione del danno", ma deve andare ben oltre, ricalcando in qualche modo ciò che in tutto il mondo si fa, per es., in tema di infortunistica stradale: nessuno dubita che non basta potenziare le unità di pronto soccorso degli ospedali, ma che è invece necessario stabilire limiti e divieti, senza che ciò sia ritenuta una lesione dei diritti di libertà dei singoli, e si debba infine sviluppare un'adeguata azione di sensibilizzazione e formazione negli strati più giovani della popolazione.

 

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