ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  GAZZETTA DI LECCE   Pag.   77    )
Sabato 6 Settembre 2003

Emanuela Tommasi

Palazzo dei Celestini Il Sottosegretario di Stato taglia corto e toglie dall'imbarazzo i vertici provinciali dei partiti del centrodestra

Mantovano: «Il candidato a Forza Italia»

 «Ma deve essere chiaro che non possono presentarsi al tavolo con un solo nome»



«La candidatura alla presidenza della Provincia dev'essere espressione di Forza Italia». Il Sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, di An, toglie dall'imbarazzo i vertici provinciali dei partiti del centrodestra, nessuno dei quali, fino ad ora, aveva confermato quello che si dichiara da tempo in maniera ufficiosa. Vale a dire che la candidatura alla presidenza di Palazzo dei Celestini debba spettare a Forza Italia. Ma Mantovano non lascia spazio a facili illusioni: il partito degli Azzurri dovrà dare non uno ma diversi nominativi su uno dei quali dovranno convergere tutte le forze del centrodestra, comprese quelle minori. Non solo. Il candidato dovrà essere il migliore anche in rapporto all'attuazione del programma elettorale. E qui cominciano i primi distinguo, perchè il Sottosegretario non può fare a meno di evidenziare i momenti di divergenza anche dalle attuali decisioni del presidente regionale Raffaele Fitto. Insomma, la strada si prospetta tutta in salita.

Onorevole, a chi spetta la scelta del candidato presidente?
Faccio un ragionamento che credo abbia una sua logica, poi si può condividere oppure no. Intanto, facciamo un passo indietro ed una riflessione su errori che si devono evitare. Nel passato più o meno recente, il centrodestra ha fatto tre errori. Il primo è stato quello di andare disuniti, nel '95. Infatti, ha perso nonostante la somma dei due tronconi del centrodestra superasse abbondantemente il cinquanta per cento e nonostante che in uno dei due tronconi ci fosse un ottimo candidato come Antonio Tamborrino, tant'è che è diventato presidente nazionale dell'Ordine dei dottori commercialisti. Il secondo errore, nel '99, è stato quello di presentare un candidato improponibile non per le sue qualità ma perchè totalmente estraneo alla coalizione, come lui stesso ha detto nella campagna elettorale. Il terzo errore è stato commesso, qualche mese mese fa, nelle elezioni provinciali a Foggia, dove la coalizione era unita, il candidato era il migliore possibile ma si è affrontata la competizione con scarsissima convinzione e con poca voglia di vincere. Così, se tutti sostengono che è necessario che la coalizione sia compatta e convinta e che il candidato sia presentabile, bisogna uscire dal generico e arrivare al dunque, anche perchè il passaggio successivo sarà quello di individuare programmi credibili e quindi la partita va chiusa al più presto. Ecco perchè ad una classe politica si chiede senso di responsabilità e serietà e di mettere da parte le sceneggiate. Per sceneggiate intendo la "bocciatura" che i partiti si scambiano reciprocamente sui nomi dei candidati, con la riserva mentale di accettarlo, alla fine; ma è un modo per alzare il prezzo. Oppure, insistere sul proprio candidato solo per ragioni interne al partito più che per l'utilità della coalizione e soprattutto dell'istituzione che poi si dovrà rappresentare. Proprio all'insegna della responsabilità e della serietà, non trovo ostacoli anzi ritengo del tutto logico che la candidatura alla presidenza della Provincia debba essere espressione di Forza Italia, anche per ovvi equilibri interni alla coalizione: se la guida della città capoluogo è in mano ad An mi sembra ovvio che la guida della Provincia sia di competenza del rappresentante di un altro partito della coalizione. In questo caso il partito più rappresentativo è Forza Italia. Ma c'è anche un'altra ragione. Queste elezioni Provinciali rappresentano il test più importante prima delle Regionali del 2005. La Provincia di Lecce non è di secondo piano all'interno del quadro regionale; tra l'altro al suo interno risiede il presidente della Regione. Per saggiare lo stato di salute della coalizione è giusto che il partito di maggioranza relativa assuma in prima battuta le sue responsabilità. E' ovvio che una volta definito questo poi si potrà parlare di programmi. An sta lavorando in questa direzione con un proprio gruppo che arriverà a proporre agli alleati, in una conferenza programmatica, una serie di punti cardine ai quali tiene in modo particolare, soprattutto per quel che riguarda i fronti della sanità, dei servizi sociali e della scuola. Ecco perchè è importante definire quanto prima il discorso delle candidature.

Dunque An non proporrà candidati?
Quella che ho illustrato è una mia personale opinione, sulla quale devo dire ho registrato adesione piena del presidente provinciale. E' un ragionamento e sui ragionamenti si discute, ci si confronta, senza lanciare anatemi da una parte o dall'altra.

Nè si può sostenere che la scelta del candidato debba essere fatta a livello regionale o nazionale: a cosa servirebbero, sennò, le sedi territoriali dei partiti?
Il presidente Saverio Congedo, però, aveva sottolineato il peso elettorale di An. Ma non c'è assolutamente contraddizione. Vogliamo che questo peso sia rilevante soprattutto nell'individuazione di punti programmatici seri. Per intenderci: noi non siamo soddisfatti del Piano sanitario regionale e siamo convinti che la Provincia sia un ente istituzionale che ha titolo a dire la sua su questo fronte. Ma le nostre posizioni non sono perfettamente coincidenti con quelle di qualche nostro alleato e quindi bisognerà parlarne. Ed è qui che varrà il peso elettorale del partito. Lo stesso discorso si può fare per l'Oncologico: noi abbiamo fatto proposte sulle quali attendiamo risposte. E ancora: sul piano dei servizi sociali, quando la Provincia di Roma era governata dal centrodestra, vi fu una politica territoriale di sostegno alle famiglie che soffrivano disagi al proprio interno avendo persone con handicap, figli numerosi, anziani. Perchè non immaginare anche qui un impegno preciso in questa direzione? Quanto alla scuola, la Provincia ha competenze significative per la logistica delle scuole ma forse potrebbe non limitarsi soltanto a questo. In più, una Provincia di centrodestra potrebbe dare una coerenza ed un'applicazione più specifica sul territorio degli indirizzi dati a livello nazionale dal Ministro Moratti.

Al di là delle divergenze su questioni specifiche, qual è lo stato di salute della coalizione?
Generalmente si misura al momento del voto; per il resto si possono fare solo un tipo di valutazioni come quelle che fa il medico quando gli si chiede un consulto per telefono.

Secondo il presidente provinciale del suo partito queste elezioni non saranno una passeggiata. E' d'accordo?
Questo è vero sempre: mai sottovalutare nessun appuntamento elettorale, perchè i rischi ci sono sempre. Voglio aggiungere che condivido in pieno la valutazione dell'Amministrazione Ria data dal gruppo di An al consiglio provinciale qualche settimana fa con quella sorta di libro bianco. In quel tipo di valutazione, condivido anche la circostanza che nell'amministrazione di centrosinistra vi è stata molta apparenza, molto fumo che potrebbe ingannare qualcuno.

Passando alla candidatura migliore, se la sente di fare qualche nome?
No, non perchè non abbia in mente nomi o preferenze, ma perchè, in base al ragionamento appena fatto, immagino che Forza Italia voglia prospettare agli alleati della coalizione una rosa di nomi. Escludo che, dopo aver insistito tanto per esprimere il proprio candidato, poi, alla fine di questo percorso, indichi una sola persona. Nell'ambito della coalizione, il candidato alla presidenza viene espresso da un partito ma dev'essere condiviso dagli altri. D'altra parte, Forza Italia, come gli altri partiti, ha la possibilità di esprimere al proprio interno più nomi tutti credibili; da questo punto di vista il centrodestra è sicuramente cresciuto negli ultimi anni. Questa rosa di nomi, poi, andrà prospettata anche a quegli alleati della coalizione che normalmente non vengono presi in considerazione come il Nuovo Psi o il Partito repubblicano ma anche quelle Associazioni di categoria particolarmente rappresentative con cui bisognerà fare un percorso costruttivo.

E se Forza Italia convergesse su un solo candidato?
Non prendo neanche in considerazione questa ipotesi perchè, se vale una logica, vale nei termini che ho appena descritto, altrimenti che coalizione sarebbe? Sarebbe una sorta di orchestra nella quale il direttore decide quale musica suonare e non c'è alcuna possibilità di concordare lo spartito. Non mi pare sia questo lo spirito della coalizione.

In che misura si potrebbero superare i confini dei partiti nella scelta del candidato?
Premesso che l'esperienza ci dimostra che ci possono essere valide candidature esterne ai partiti, normalmente sono necessarie esperienze ed abitudine a reggere un certo ritmo, la necessità di mediazione di contrasti, un impegno forte, che si trovano più in un esponente politico per vocazione anzichè in un candidato preso per i capelli all'ultimo momento. Questo non significa chiudere alle candidature esterne; e nel momento in cui Forza Italia prospetterà la sua rosa di nomi nulla esclude che possa esserci anche un esterno. Però non partirei con la ricerca spasmodica all'esterno, posto che ciascuno dei partiti della coalizione può indicare ottimi presidenti della Provincia.


    

 

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