ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Lunedì 31 dicembre 2001

Giovanni Delle Donne

Il sottosegretario Alfredo Mantovano fa un bilancio di un anno caratterizzato da importanti successi di forze dell'ordine e magistratura

«Criminalità al tappetto ma guai a distrarsi»
«Verranno aumentati gli organici e razionalizzato l'utilizzo degli agenti»


Gratitudine alle forze dell'ordine e l'impegno a scorporare con la finanziaria 2004 il settore della pubblica sicurezza dal pubblico impiego in modo da «gratificare un'attività particolarmente rischiosa». E poi l'invito a chi subisce richieste estorsive a sporgere denuncia ciò può consentire la cattura degli estorsori ed anche di ottenere il risarcimento dell'eventuale danno subito. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano fa un bilancio di un anno positivo, almeno a giudicare dai risultati conseguiti dalle forze dell'ordine.

I dati riferiti dal questore rilevano una recludescenza di criminalità nel Salento. Come giudica ciò anche in funzione dell'impegno assunto dal governo in questi primi mesi di attività?
Gli effetti di un'azione di governo si misurano a distanza di qualche anno quindi sarebbe improprio collegare come rapporto di causa ed effetto l'obiettivo decremento della criminalità che vi è stato in provincia di Lecce nell'ultimo semestre. Il dato più significativo è quello che riguarda le estorsioni. Nel 1999 ci sono stati 50 attentati incendiari o dinamitardi; nel 2000 sono stati 54, nel 2001 solo 17. Parlo degli attentati perchè sono connessi strettamente ad un fatto di estorsione che sono state 15 nel 1999, dieci nel 2000 e 6 nel 2001. Ci sono poi quelle non denunciate. E' dimezzato il numero delle rapine ed è diminuito di un terzo il numero di furti di autovetture e dei furti in appartamento. Questo significa che nel 2001 è stata fatta una più intensa opera di prevenzione ed al tempo stesso di repressione. Alcuni importanti «personaggi» sono stati catturati. Penso all'arresto di Di Emidio ed a quello recentissimo di Ladu. Tutto ciò ha dei riscontri immediati in termini numerici. Inoltre, la cattura di questi elementi è significativa anche per il fatto che alcuni stanno collaborando e ciò pone Lecce in controtendenza rispetto, ad esempio a Napoli e Palermo dove i cosiddetti pentiti sono in calo. Nel Salento il loro numero cresce e c'è da sperare che questo porti risultati positivi non soltanto in termini di individuazione di tutti i responsabili ma anche dei beni di provenienza illecita accumulati.

Come spiega tale andamento? A parte l'impegno delle forze dell'ordine c'è anche una risposta della società civile?
Credo che le forze dell'ordine e l'autorità giudiziaria hanno fatto un lavoro importantissimo, al limite delle loro possibilità. Non si può non menzionare, per esempio, il lavoro che all'interno della Direzione distrettuale antimafia ha svolto il dottore Giuseppe Capoccia che ha coordinato le più importanti operazioni di contrasto alla grossa criminalità. Direi che il dato più significativo del 2001 è l'abbassamento del tasso di criminalità organizzata perchè questi indici relativi soprattutto alle rapine ed alle estrosioni e la circostanza che dal 18 agosto non vengano più consumati omicidi significa che è stato realizzato uno stop all'opera della criminalità organizzata. Non significa che il fenomeno sia stato estirpato ma che è stato contrastato con notevole efficacia. La distanza che c'è ancora tra gli attentati e le estorsioni effettivamente denunciate rivela invece che c'è ancora un deficit di denunce e quindi di collaborazione da parte della gente.
A proposito della società civile non posso non menzionare il ruolo dei mass media che a volte tendono ad enfatizzare oltre misura alcuni episodi che poi guardati nella loro oggettività sono assolutamente marginali. L'aver bruciato la locandina di un giornalaio o distrutte alcune fioriere è diventato un ritorno del racket. Il teppismo va sanzionato ma non si può mettere sullo stesso piano di fatti ben più gravi. Nella classifica del Sole 24ore la provincia di Lecce è stata posta come vivibilità generale al 99° posto ma vorrei ricordare che gli indici relativi alla sicurezza la pongono intorno al 50° posto. Questo non significa che per le nostre strade si può circolare come a Sondrio, però non siamo certamente gli ultimi.

Bisogna differenziare il tipo di intervento. Cosa si propone di fare il governo nazionale per dare un ulteriore colpo alla criminalità?
In provincia di Lecce abbiamo un rapporto ancora squilibrato tra quantità di forze dell'ordine e popolazione. Di fronte ad una media nazionale di una unità di polizia per ogni 257 abitanti, oggi abbiamo una unità di polizia per 321 abitanti. E' un rapporto leggermente migliore rispetto a quello di due anni fa quando era uno su 337 ma è ancora inferiore alla media. Questo dipende dalla circostanza che gli organici delle forze di polizia sono stati calcolati l'ultima volta nel 1990 quando c'erano ancora la quantità e la qualità del crimine che è connesso con l'immigrazione clandestina. Rispetto a quegli organici oggi in provincia di Lecce ci sono non delle scoperture ma 370 unità in più (il totale è di 2538 unità). Bisogna rivedere gli organici e l'impegno del governo va nella revisione dei presidi di polizia e di un adeguamento alle mutate caratteristiche del territorio. Aggiungo che di questo lavoro, peraltro già avviato, non si aspetterà l'esito prima di rinforzare le unità di polizia presenti in provincia di Lecce. Entro pochi pochi mesi ci sarà un incremento di unità, sia di polizia di Stato che di carabinieri.

Una iniziativa motivata anche dall'impegno contro l'immigrazione clandestina?
In provincia ci sono tre centri che si occupano di immigrati clandestini; due di prima accoglienza ed uno di permanenza temporanea. Ciascuno di questi centri impegna parecchie decine di unità di polizia a cui bisogna aggiungere l'onere dei trasporti verso gli aeroporti di Fiumicino e Trapani. Dunque, ripeto, è necessario un incremento degli organici che avverrà presto; non abbiamo ancora potuto realizzarlo perchè richiede soldi, nuovi concorsi, nuove assunzioni ed è stato necessario attendere la legge finanziaria in cui, a differenza della precedente, ci sono 3500 miliardi in più per il settore sicurezza.

L'onorevole Antonio Rotundo vi accusa di ridurre le forze dell'ordine presenti nel Salento.
La polemica sulle 12 unità che vengono dislocare altrove significa veramente cercare il pelo nell'uovo. Quelle 12 unità che sono andate temporaneamente a Padova fanno parte di un reparto che viene adoperato proprio per far fronte a necessità urgenti di determinate zone. Se, per esempio, vi è un'emergenza rapine nel Triveneto si concentrano lì delle unità dei reparti anticrimine finchè non si consegue il risultato; dopo tornano nei luoghi di provenienza o in dislocazioni diverse. Ma 12 non spostano il quadro.

E l'impegno a livello nazionale?
Contiamo di approvare entro il 2002 la nuova disciplina dell'immigrazione. Ciò consentirà di rendere le espulsioni effettive e di moltiplicare i centri di permanenza temporanea dislocarndoli meglio su tutto il territorio nazionale; il che significa che non ci sarà più questa affluenza verso il Salento con il lavoro di espulsione e di accompagnamento che ne consegue. Abbiamo appena approvato, all'interno del decreto sul terrorismo, una disposizione che elimina la possibilità di utilizzare le forze di polizia per la notifica degli atti giudiziari; resta in piedi solo il caso di processi con detenuti. Abbiamo allo studio misure che puntano a liberare forze di polizia dalla sorveglianza di obiettivi fissi, per esempio il palazzo di giustizia. E' un'ipotesi ancora allo studio che andrà valutata con molta ponderazione ma che cosa impedisce di utilizzare per la sorveglianza di un palazzo di giustizia - oggi più tutelato rispetto a dieci anni fa - delle unità di vigilanza privata così come avviene all'interno degli aeroporti, con la supervisione delle forze di polizia tradizionali?

Il senatore Alberto Maritati è stato molto duro a proposito di vostri presunti silenzi. Come risponde?
Rispondo con i fatti. Quelli che ho esposto fino ad ora non sono parole e si ritrovano nelle cifre illustrate dal questore di Lecce. Il lavoro delle forze dell'ordine è particolarmente ingrato: quando tutto va bene nessuno se ne accorge perchè non è successo niente. Allora segnalo che da più settimane nella nostra provincia, come in tutta Italia, è in corso un difficilissimo trasferimento di valuta e grazie anche al lavoro delle nostre forze di polizia tutto è avvenuto senza il minimo incidente. A differenza di quanto accaduto nel periodo del precedente governo, gli elicotteri ci sono, funzionano e svolgono una importante azione di prevenzione soprattutto per quel trasporto dei valori che continua ad essere una attività delicatissima.
Ho letto l'intervento del senatore Maritati sulla Gazzetta di qualche giorno fa e rilevo una serie di accuse e di insinuazioni ma l'assenza di qualsiasi indicazione precisa. Se il senatore Maritati ritiene che ci siano delle collusioni tra la politica e la criminalità ha l'obbligo di enunciare dei fatti specifici ed è doppiamente grave se non lo fa; non solo perchè lancia accuse senza fornire particolari ma anche perchè le fa da senatore e da magistrato, se pure in aspettativa. Quando in passato ho ritenuto di affrontare questi tasti, a fronte di fatti specifici non mi sono limitato a lanciare allarmi generici ma ho fatto nomi e cognomi. E sono scoppiate polemiche furibonde; nessuno però mi ha smentito nella sostanza.

Nei mesi scorsi è stato molto critico con alcuni settori della magistratura. E' cambiato qualcosa o la situazione è rimasta quella che era?
Mi sono limitato in una sede istituzionale a sottolineare una anomalia che era stata già presa in considerazione dal tribunale delle libertà, cioè quella di una ordinanza di custodia cautelare assolutamente immotivata per una buona metà delle posizioni prese in considerazione. Con la stessa obiettività rilevo che successivamente il lavoro è stato svolto in modo diverso.

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