ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: PUGLIA & BASILICATA attualità   Pag.   26    )
Martedì 29 Luglio 2003

 

La cerimonia per la nuova caserma CC di Cellamare

Mantovano:più unità contro i clan malavitosi

Nuovo affondo per le scarcerazioni facili
 



CELLAMARE (BARI) Sorridente si presta al rito della posa della prima pietra. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, ieri mattina, è stato ospite di Cellamare, il piccolo centro dell'entroterra barese, dove verrà costruita la caserma dei carabinieri. Accompagnato dal comandante generale dell'Arma dei carabinieri, gen. Guido Bellini, e dal prefetto di Bari Tommaso Blonda, il sottosegretario ha partecipato alla cerimonia della posa della prima pietra della caserma che verrà realizzata in dieci mesi dall'impresa «Francesco Mancini».

Con Mantovano si parla di sicurezza, inevitabile. E di quella nuova emergenza mafiosa che vivono Bari e Foggia. Il sottosegretario non ha dubbi: «È in atto una guerra tra clan criminali di dimensioni più circoscritte rispetto al passato, non per questo meno pericolosi, che cercano di affermare un predominio che non riescono a imporre diversamente con gesta particolarmente efferate».

Secondo Mantovano, la presunzione dei criminali è che «l'uso esasperato della violenza possa supplire ad altri strumenti di persuasione che vengono utilizzati in aree a più forte radicamento criminale. È essenziale che vi sia il raccordo massimo tra tutti i soggetti che sono chiamati in causa in quest'opera di prevenzione e repressione del crimine e che vi sia una collaborazione sostanziale da parte della gente: questo è l' unico elemento che consente di moltiplicare il lavoro delle forze di polizia».

Inevitabile il riferimento alla recente polemica, tutta mediatica, esplosa tra il sottosegretario e gli avvocati baresi a proposito delle dichiarazioni fatte da Mantovano sulle recenti scarcerazioni. «È singolare che preoccupino non gli omicidi commessi da o su soggetti scarcerati ma il fatto che qualcuno abbia sollevato il problema delle scarcerazioni - commenta il sottosegretario - e l'abbia posta a tema del dibattito». Gli avvocati si sono schierati apertamente con i giudici del Tribunale di Bari nella polemica sollevata da Alfredo Mantovano sulla mancata sospensione dei termini di custodia cautelare che, nei giorni scorsi, ha indotto i giudici a scarcerare affiliati al clan Capriati. Il sottosegretario aveva affermato che nell'amministrazione della giustizia «oggettivamente vi sono state e vi saranno carenze di strutture, organizzazione e mezzi ma va verificato quando queste carenze costituiscono un alibi, quando ci sono norme di legge che consentono per esempio di sospendere la decorrenza dei termini di custodia cautelare in presenza di un dibattimento, per evitare che presunti mafiosi, o personaggi ritenuti tali, vengano messi in libertà».

Il gen. Guido Bellini, da parte sua, si dichiara ottimista del livello di sicurezza raggiunto in Puglia ma si dice «non contento» dei risultati ottenuti perché «bisogna fare di più per portare ancora più indietro il livello della criminalità. Bisogna fare in modo - ha spiegato il generale - che arrivino gli investimenti e che vengano creati posti di lavoro. La Puglia ha bisogno di crescere, senza sicurezza non si cresce e non arrivano capitali. Tutto ciò che la Puglia vuole fare in campo del turismo e dell'agricoltura si potrà fare solo se le condizioni di sicurezza lo consentiranno».

Anche sulla guerra di mala riesplosa a Bari e nel Foggiano il gen. Bellini si dice «ottimista perché non bisogna fermarsi al singolo episodio, non bisogna valutare il livello di sicurezza o insicurezza di un posto sulla base di un fatto emotivo e di uno, o due o tre fatti di sangue che vengono concentrati nel tempo». Secondo il comandante dell'Arma, in base ai dati statistici, «la Puglia non va male: ha dato segnali di grande compattezza sotto il profilo della sicurezza».


    

 

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