ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  Politica   Pag.   4    )
Martedì 23 Settembre 2003

 

Il vicepresidente del Consiglio annuncia entro ottobre un ddl che esclude la distinzione tra «pesanti» e «leggere»

Giro di vite contro la droga

Fini: punire anche l'uso. Casini: una lotta senza compromessi  



ROMA - Lotta alla droga senza compromessi: una «svolta» che esclude ogni distinzione tra droga leggera e pesante e ne punisce non solo l'abuso ma anche l'uso. Così il Governo intende cambiare la legge sulla droga, con un ddl che già ad ottobre sarà in pre-consiglio dei Ministri ed entro l'anno diventerà operativo. Ed ieri, dal palco della quinta conferenza mondiale contro la droga, gli esponenti della maggioranza, compatti, hanno difeso il progetto. Lo ha fatto il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, definendo inaccettabile ogni ipotesi di legalizzazione e valida la lotta contro la droga solo se combattuta «senza compromessi». Lo ha fatto il vicepremier Gianfranco Fini, annunciando che il ddl rappresenterà un «svolta di 180 gradi», per superare «una stagione di demagogia» e lo ha fatto il ministro della sanità Girolamo Sirchia, dicendosi «assolutamente favorevole» al ddl ed attaccando ogni distinzione tra droga leggera e pesante.

E il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, ha criticato anche quei cantanti che propagandano l'uso degli spinelli nei concerti, senza considerarne l'effetto «devastante». Linea dura, dunque, agendo contemporaneamente su tre «leve», come ha spiegato Fini: prevenire, recuperare e reprimere. Queste saranno le linee guida del decreto, condivise anche dal presidente della Camera che però ha precisato di parlare «da padre e da cittadino». La droga, ha detto, «è un nemico che va combattuto a viso aperto, con tutti gli strumenti possibili e senza scorciatoie. La più insidiosa di queste, a mio avviso, è la legalizzazione». Ed «individuare un limite quantitativo entro cui ritenere lecito il consumo di sostanze stupefacenti significa presupporre che all'individuo possa essere arrecata una quota, seppur minima, di danno, e significa soprattutto perdere una buona occasione per affrontare il problema con il rigore che esso richiede». Casini ha quindi definito «ingannevole» ogni distinzione tra droghe «leggere» e «pesanti» ed ha assicurato che «il problema non può essere risolto attraverso soluzioni di compromesso».

D'accordo anche Fini, convinto che «nello stesso momento in cui ci si confronta con un tema del genere all'insegna del compromesso, ci si predispone a perdere questa battaglia. Al contrario -ha detto- credo che sia preciso interesse e dovere di tutti fare in modo che questa battaglia possa essere vinta». Di qui la decisione di rendere illecito anche l'uso delle droghe, superando, ha spiegato Fini, il vulnus creato dal referendum radicale che abolì la dose minima giornaliera. «Occorre avere il coraggio di colmare un vuoto determinato da una stagione di demagogia che spero sia alle nostre spalle. Ed ha aggiunto: «Immaginiamo già le accuse di chi ci dirà che non possiamo presumere di dar vita ad una politica nei confronti della droga che sia solo all'insegna di nette certezze. Ma io la penso come Casini: contro la droga senza compromesso». Il ministro Sirchia ha invece attaccato i «modelli errati», che ancora oggi esistono, come la distinzione tra droghe leggere e pesanti. «Sostenere che le droghe leggere non sono pericolose ma che possano aiutare a socializzare; sapere che ci sono movimenti di pensiero che vogliono legalizzare la droga, che pretendono di rendere l'uso della droga quasi innocuo, significa portare avanti un fenomeno come quello del fumo di sigarette, dove i modelli che vengono presentati sono sempre mossi da interessi economici e tendono a dare un'immagine completamente opposta alla realtà

«. Ma cosa prevede il ddl del Governo? Lo ha spiegato il sottosegretario Mantovano: la proposta elimina innanzitutto ogni distinzione tra droghe leggere e pesanti, riducendo le tabelle a due tipologie: farmaci e stupefacenti. Viene poi introdotto «l'esplicito divieto anche solo dell' uso di droga» con una serie di sanzioni amministrative per chi utilizza o detiene sostanze stupefacenti al di sotto di limiti quantitativi che verranno prefissati con una tabella. Sanzioni che diventeranno penali in caso di superamento dei limiti, oltre che, ovviamente, nei casi di spaccio, commercio e importazione. E poi ancora, «la completa parificazione ai fini del recupero, delle L'annuncio di Gianfranco Fini, ha diviso le forze politiche ela diversita di opnioni sul tema emerga anmche nel centrodestra.

Le opposizioni insorgono Per l'ex ministro della Solidarietà sociale, Livia Turrco la svolta di Fini «dice cose gravissime». «Il superamento della distinzione tra droghe leggere e pesanti rischia di portare in galera i giovani che si fanno uno spinello e di far diventare la cannabis un buon affare per la criminalità organizzata». ». Gli fa eco Rosy Bindi, «dal vice presidente del Consiglio Fini abbiamo la solita visione poliziesca e repressiva del contrasto alla droga». «Non è questo il modo di combattere il problema soprattutto se si punta, come fa il governo, a uniformare le pene tra chi spaccia e chi ne fa consumo». I radicali, intanto, con Rita Bernardini annunciano che «proseguiranno e intensificheranno le disobbedienze civili alle già repressive leggi in vigore e al futuro». E a loro dà «ragione» Alfredo Biondi, di Forza Italia, che non ritiene «utile» la sanzione, «anche la più grave» perchè «non ha mai eliminato il delitto contro il quale la prevenzione è la prima arma da usare». La Lega sottolinea la differenza tra uso e abuso di droghe, differenziandosi dalle posizioni di Fini su questo aspetto, ma condividendone il punto di vista sull'eguaglianza tra droghe pesanti e leggere.


    

 

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