ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Venerdì 22 marzo 2002

Gianfranco Lattante

Le toghe fanno quadrato attorno al gip Vincenzo Scardia. Duro il commento del giudice Valerio Fragassi, segretario della giunta distrettuale dell'Anm

 

I magistrati insorgono contro Mantovano

«Sembra aver assunto la funzione di un ulteriore grado di giudizio»


 

I magistrati insorgono contro le esternazioni del Sottosegretario. Le toghe fanno quadrato intorno a Vincenzo Scardia, presidente distrettuale dell'associazione nazionale magistrati, e denunciano «l'inaccettabile attacco personale» dell'onorevole Alfredo Mantovano. La sortita dell'esponente del Governo ha lasciato il segno a Palazzo di giustizia, creando alcuni mugugni ed una generale levata di scudi.

Il Sottosegretario agli Interni, qualche giorno fa, ha criticato duramente la decisione del gip Scardia di rimettere in libertà i tre scafisti che erano alla guida del gommone su cui sono morti sei clandestini dopo l'esplosione della benzina. Ma per il giudice i tre scafisti non possono essere giudicati da un Tribunale italiano perché il naufragio è avvenuto in acque internazionali, a quasi trenta chilometri da quelle italiane. La Procura, da parte sua, ritiene «convincenti» le motivazioni che sono alla base dell'ordinanza del gip. E, escluso un ricorso al Riesame, il procuratore aggiunto Cataldo Motta e il sostituto procuratore Patrizia Ciccarese stanno approfondendo gli aspetti suggeriti proprio dal giudice Scardia, affrontando la questione dal punto di vista della giurisdizione e del diritto internazionale.

Ma la reazione della magistratura associata alle dichiarazioni di Mantovano è ferma. «Ancora una volta - spiega il giudice Valerio Fragassi, segretario della giunta distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati - l'onorevole Mantovano interviene con valutazioni dirette nei confronti di singoli magistrati del Tribunale di Lecce in relazione ai quali sembra aver assunto la funzione di ulteriore grado di giudizio».

Fragassi interpreta il comune sentire della giunta e dei magistrati del distretto che esprimono solidarietà al giudice Scardia, presidente dell'Anm. «Certo, i provvedimenti dei giudici possono e debbono essere valutati dalla pubblica opinione - aggiunge Fragassi - ma la critica non deve tradursi nella delegittimazione del magistrato o della funzione. Soprattutto quando proviene da persone investite da pubbliche funzioni rischia di risolversi in un'interferenza sull'autonomo ed indipendente esercizio della funzione creando, al di là delle intenzioni, disorientamento nella pubblica opinione».

I magistrati non mandano giù i toni usati dal Sottosegretario: «Al giudice Scardia, la cui professionalità ed il cui equilibrio sono unanimemente riconosciuti, si è addirittura imputato, per il solo fatto di aver interpretato la legge in modo non conforme agli intendimenti dell'onorevole Mantovano, di aver sostanzialmente concesso "attraverso un'interpretazione di fantasia una licenza di uccidere agli scafisti". Sono frasi, non smentite, che si commentano da sole».

Nel suo ufficio al quinto piano del Palazzo di giustizia, il gip Scardia sta ricevendo la solidarietà anche di numerosi avvocati. Tuttavia preferisce non replicare alle accuse del Sottosegretario.

«Non pensavo fosse necessario ma è il caso di ribadire che fino a quando resterà in vigore l'attuale Costituzione, l'interpretazione della legge nell'ambito del procedimento penale spetta al giudice nei vari gradi della giurisdizione - conclude Fragassi - Il problema dell'immigrazione clandestina è grave e complesso, ma della sua soluzione non può farsi carico il giudice che deve limitarsi ad interpretare ed applicare la legge, senza poterla subordinare ad obiettivi politici che devono essere raggiunti per altra via. Stiamo vivendo in questi giorni un momento drammatico nel nostro Paese. Numerosi sono gli inviti a moderare i toni, a non alimentare la tensione, a non creare contrapposizioni. Non mi pare che attacchi diretti a singoli magistrati, vadano, al di là delle intenzioni, nella direzione giusta».

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