ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  GAZZETTA DI BARI   Pag.    31)
Venerdì 12 marzo 2004

r.f.

La denuncia della Fls-Cisal: le vittime hanno pagato tremila euro a testa

 Clandestini per truffa

Circa cento immigrati raggirati da «caporali» senza scrupoli


 

Brutti, sporchi, cattivi, truffati e cacciati. O «quasi» cacciati dal territorio dello Stato italiano dopo avere perso il posto di lavoro. Anzi, dopo non avere mai ottenuto il lavoro. Infatti, circa cento immigrati sono stati letteralmente truffati da caporali che promettevano loro l'assunzione in cambio di una tangente - a persona - di due o tremila euro. Il posto di lavoro non arrivava o nella migliore delle ipotesi era una specie di schiavitù peggiore dell'epoca del cotone nel Sud degli Stati Uniti. Ai malcapitati non è rimasto altro da fare che denunciare alla Procura della Repubblica. Ma rischiano l'espulsione dal territorio italiano. Insomma cornuti e mazziati.

Sono un centinaio le denunce-querele presentate alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari dagli immigrati raggirati. I quali sembrano condannati a pagare due volte: la prefettura e la questura di Bari hanno revocato loro i permessi di soggiorno che erano stati loro precedentemente rilasciati per motivi di lavoro. Della serie: oltre al danno le beffe. A dare notizia della vicenda è il segretario provinciale della Federazione lavoratori stranieri (Fls) della Cisal, Ali Margjeka, che ha scritto una lettera diretta, tra gli altri, al presidente del Consiglio Berlusconi, al sottosegretario all'Interno Mantovano, al questore e al prefetto. Margjeka spiega che il fenomeno riguarda «migliaia di persone» e afferma che in attesa che i procedimenti penali siano definiti, i truffati si trovano in una condizione di clandestinità forzata, «spesso esposti alle rappresaglie di "caporali" che hanno finanche l'ardire di recarsi presso i legali dei truffati chiedendo l'elenco di chi ha sporto denuncia». Da qui la richiesta della Fls al governo di «dare esplicito indirizzo a questure e prefetture» affinchè in questi casi «la posizione dell'extracomunitario sia assimilata, in via temporanea, a quella dei perdenti posti di lavoro, con rilascio del permesso di soggiorno per sei mesi».


    

 

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