ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGGIORNO
(Sezione:  CRONACA LECCE   Pag.  66 )
Martedì 2 luglio 2002

Assegnata dal Comitato per la Sicurezza la scorta a tempo indeterminato ai sette consiglieri d'amministrazione

Tutela armata per la Sgm
Il senatore Maritati ribadisce: «Subito la giunta comunale»



Tutela armata a tempo indeterminato per i sette componenti il Consiglio di amministrazione e controlli saltuari ma assidui della sede sociale della Sgm (si trova in via Merine), la società che gestisce i servizi di bus urbani, rimozione coatta, parcheggio a pagamento e segnaletica stradale.

E' quanto è stato stabilito ieri mattina al termine della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, convocata in Prefettura all'indomani dei gravi attentati messi a segno ai danni dell'amministratore delegato della Società, Tommaso Ricchiuto, di Cavallino e del consigliere Fioravante Totisco, di San Pietro in Lama.

A conferma dell'emergenza venutasi a creare per via dei due attentati (colpi di pistola esplosi contro Ricchiuto, in auto con la figlia, domenica 23 giugno, e colpi d'arma da fuoco esplosi il giorno successivo contro l'abitazione del consigliere), alla riunione ha partecipato anche il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. E la sua partecipazione accanto al prefetto Giovanni D'Onofrio, ai magistrati della Procura e dell'Antimafia (Rosario Colonna e Cataldo Motta), al questore Vincenzo Caso, ai comandanti di carabinieri e Guardia di finanza, ed ancora ai sindaci di Lecce e Cavallino, Adriana Poli Bortone e Gaetano Bortone e della Provincia, Lorenzo Ria, non pare sia stata affatto casuale.

Attorno a un tavolo, così, l'argomento Sgm è stato analizzato soprattutto in rapporto all'origine degli attentati. Che a quanto pare di capire, nulla dovrebbero avere a che fare con il racket delle estorsioni, giacché sembra invece che le indagini di polizia e carabinieri abbiano già intrapreso la via della malavita organizzata.

Nessuno lo ha detto a chiare lettere, ma l'impressione di inquirenti ed investigatori, è che altri avrebbero voluto la gestione dei servizi che è invece finita nelle mani della Sgm.

Ed il senatore Alberto Maritati torna a spiegare il significato del suo intervento di sabato scorso. «I proiettili sparati contro alcuni componenti del consiglio d'amministrazione della Sgm sono sparati contro il Comune - ribadisce -. Perché la Sgm è la società mista partecipata a maggioranza dal Comune e perché quell'imprenditore è stato l'unico a decidere di essere partner del Comune sul terreno della mobilità. Non faccio che leggere elementi che sono sotto gli occhi di tutti, ed a cui non dò una torsione da giudice inquirente ma da cittadino e da politico. Ho posto problemi politici precisi - continua - ma, prima di tutto, mi sono dichiarato disponibile ad un lavoro comune sul fronte della legalità e dell'impegno a tutela di tutte le forze imprenditoriali cittadine. E' per questo che ho stigmatizzato l'esistenza del vuoto politico. Che potrebbe essere occupato dalle pistole calibro "7.65". Ripeto, potrebbe. Non "lo è". E ci auguriamo che non lo sia. Ma per impedirlo è necessario procedere speditamente sulla strada della formazione della nuova Giunta».

vedi i precedenti interventi