ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Sabato 2 febbraio 2002

Marco Seclì

Mantovano, Tundo e Villani Miglietta lanciano la candidatura del presidente uscente


«An, è Congedo l'uomo giusto»


"Saverio Congedo incarna alla perfezione la nuova destra di cui il partito ha bisogno. Viene dal mondo delle professioni, è aperto ai giovani, è amato dalla base. Ecco perché la sua ricandidatura è indispensabile". Un peana al presidente uscente firmato Alfredo Mantovano.
Il sottosegretario all'Interno tesse le lodi del leader provinciale nell'incontro promosso, ieri al Tiziano, con il consigliere regionale Roberto Tundo e l'onorevole Achille Villani Migiletta. Solo un antipasto del menu che sarà servito stasera nello stesso albergo, quando centinaia di militanti di An invaderanno il capoluogo da tutto il Salento per lanciare la corsa di Saverio Congedo alla conquista di An salentina. Una sorta di convention american style che dovrebbe indurre la cordata avversa a nutrire qualche dubbio sul fatto che il congresso sarà vinto senza colpo ferire.

Destinata, insomma, a non far dormire sonni tranquilli all'altro candidato, il presidente del consiglio regionale Mario De Cristofaro e ai suoi alleati, onorevoli Adriana Poli Bortone e Ugo Usi in primis. parte da lontano, individuando la svolta di An nell'autunno '93, quando Fini si candidò a sindaco di Roma contro Rutelli. Una data che sancì la nascita ante litteram del Polo con l'intervento di Berlusconi a sostegno di Fini, prima esplicita discesa in campo politico del futuro presidente del consiglio, che gli valse l'epiteto di "Cavaliere nero".
Quella data, secondo Mantovano, è il vero discrimine tra il vecchio e un nuovo partito "consapevole di ciò che abbiamo alle spalle ma proiettato sempre di più verso una destra europea di cui già oggi siamo parte integrante se è vero che la nomina di Gianfranco Fini alla Convenzione europea è una realtà". Perciò il secondo congresso di An servirà "a fare il punto del lavoro svolto ma anche a prepararsi alle nuove sfide". Che sono poi quelle di sempre: sicurezza, solidarietà sociale, lotta alle marginalità.

Poi sgombra il campo da equivoci: "L'alleanza di centrodestra è indissolubile, ma è accordo tra forze politiche di pari dignità. Alleato non significa suddito". Il legame con Forza Italia non è in discussione, An non intende aprire crisi alla Regione o rompere con Fitto, anche se "non è un reato di lesa maestà constatare che i punti programmatici che più stanno a cuore alla destra non sono ancora del tutto realizzati".

E di temi cari alla destra parla pure Roberto Tundo, che torna a criticare l'"operazione Tondo": un travaso di classe dirigente dai Ccd in An che "desta perplessità soprattutto nell'imminenza delle elezioni amministrative". "L'assessore Tondo dice di non conoscere la posizione di Mantovano? E gravissimo", incalza. "Non è che non la conosce, non la capisce", ironizza a bassa voce una signora confusa in platea. "Porte aperte a tutti - sottolinea quindi il consigliere regionale - ma guai a fare di An un albergo". Tundo ribadisce la posizione della sua corrente, Destra sociale, e toglie argomenti a De Cristofaro e sostenitori: "Ci distinguiamo da sempre per la difesa dei valori della nostra tradizione, ma guardando avanti, come deve fare una destra moderna, senza tentazioni nostalgiche. Senza bisogno di regalare calendari del Ventennio".

E lo spettro del "mullah Omario" si materializza. "Non replico alle ingiurie", risponde Mantovano alle domande sul suo detrattore principale. "Risponderò - puntualizza - solo quando saranno sollevati argomenti di carattere politico. Finora ho solo registrato offese gratuite da parte di persone che credevo di conoscere e con le quali per anni ho fatto un percorso comune. Resta l'amarezza non solo sul piano personale, ma anche su quello politico, poiché stiamo facendo un grande lavoro ed è profondamente ingiusto offrire all'esterno un'immagine litigiosa che disorienta i militanti, i quali hanno il diritto di esigere comportamenti seri dai loro dirigenti". Non risparmia battute il sottosegretario: "Cosa mi differenzia da De Cristofaro? I baffi". Augura un felice destino al rivale citando san Filippo Neri, che andò in paradiso benché collerico al punto da riuscire ad evocare i fulmini per incenerire prostitute restie a smettere di peccare.

Infine: se non esistono vere argomentazioni politiche, il livore dei suoi avversari nei suoi confronti è solo dettato dall'invidia per un'ascesa troppo fulmmea? "Il dibattito è aperto -glissa sornione - io sono contento del lavoro che faccio. Certo anni fa il partito ha evitato l'aborto, ora si tratta di evitare l'eutanasia". E Congedo, ribadisce, è l'uomo giusto per portare a termine questa missione nel Salento. "Guardiamo ai risultati della sua gestione: An è passata da un modesto 12% alle provinciali del '99 al 19% nel proporzionale alle ultime politiche" Come dire: parlano i fatti.

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