ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  PRIMO PIANO       Pag.     4 )
Martedì 7 Giugno 2005

 

procreazione Il presidente dei Ds ha criticato l'invito della Cei all'astensione 

È lotta aspra sul quorum


 

ROMAL'ultima settimana di campagna per i quattro referendum contro la legge 40 si apre all'insegna di toni che si fanno più aspri fra referendari e astensionisti, e del legame, sostenuto da Stefania Prestigiacomo e rilanciato da Piero Fassino, fra questo voto e la legge sull'aborto. Un legame che invece, come obietta fra gli altri Marco Follini, è giudicato «surrettizio» da chi vi legge l'intento di confondere le acque. La legittimità dell'astensione resta il principale argomento di scontro: ma, prima ancora che sul piano giuridico, la questione viene posta su quello politico e morale. L'accusa, formulata da Piero Fassino, è che l'astensione sia «un trucco», o come dice Massimo D'Alema, «una furbizia», per cercare di vincere senza votare chiaramente no. Una scelta che, ha detto in particolare D'Alema riferendosi a Francesco Rutelli, «lascerà comunque una ferita». Il fronte delle critiche, anche pesanti, all'astensione è comunque ampio e trasversale; da Bobo Craxi, del Nuovo Psi, che paragona gli astensionisti a «conigli che fuggono», a Marco Pannella, che invoca indagini e sanzioni penali a carico sia dei pubblici ufficiali (comprese le alte cariche dello stato) sia dei sacerdoti e dei vescovi che hanno invitato all'astensione.

Mentre il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, si spinge a definire «anti democratico» il principio costituzionale che richiede il quorum del 50 per cento per la validità del referendum. Ma c'è anche chi, come il segretario del Prc, Fausto Bertinotti, invita a concentrarsi piuttosto nell'impegno per la partecipazione e la vittoria del sì. A difesa della legittimità del non voto, il fronte dell' astensione ha oggi prodotto un documento, sottoscritto da 103 giuristi, fra cui Cesare Mirabelli, Riccardo Chieppa, Massimo Vari e Fernando Santosuosso. Documento che rivendica sia la liceità dell'astensione, prevista dalla stessa Costituzione, sia la sua razionalità politica e giuridica.

Infatti, come nota Chieppa, votare 'nò significa voler lasciare la legge come è, mentre astenersi significa rifiutare le modifiche proposte, ma riconoscere che la legge può esSere migliorata dal parlamento. Per questo, lungi dall'essere un trucco, l'astensione è, per questi giuristi, un invito a migliorare la disciplina. D'altra parte, la polemica sull'astensione tocca anche la posizione dei presidenti delle camere, che hanno difeso questa scelta.

Oltre all'attacco di Pannella, al quale il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano sottolinea il «paradosso» di chi dirsi liberale ed auspicare il carcere per gli astensionisti, una precisazione significativa arriva dalla presidenza della Camera. In una lettera al Corriere della sera, il portavoce di Pierferdinando Casini, Roberto Rao, ribadisce il giudizio per cui è «moralmente e politicamente corretta la campagna per l'astensione», e respinge sia quelle che definisce «intimidazioni private» che le «azioni giudiziarie».

Il fuoco della polemica peraltro si allarga dal tema della fecondazione a quello dell'aborto. Un legame affermato dal ministro per le pari opportunità, Stefania Prestigiacomo, e condiviso dal segretario dei Ds, Piero Fassino, uniti nell'accusare gli astensionisti di non fare chiarezza su questo punto. A difesa della legge sull'aborto si schierano anche, fra gli altri, Roberto Villetti, dello Sdi, e il verde Paolo Cento. Gli astensionisti considerano questo legame fra la legge sulla fecondazione e quella sul'aborto il vero trucco di questo finale di campagna referendaria. In questi referendum «si parla della legge 40, e non di un'altra legge», osserva Follini. Mentre Giuseppe Fioroni, della Margherita, vuole vedere le carte in mano al ministro Prestigiacomo, chiedendogli di riferire in parlamento di quali progetti di revisione della legge 194 è a conoscenza. se e esistono realmente.


    

 

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