ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:    IN PRIMO PIANO     Pag.     4 )
Martedì 15 marzo 2005

ALFREDO MANTOVANO*

(Dibattito Alfredo Mantovano) (AN)

 

«Vendola, su droga e famiglia deve esser chiaro»


 

Sono grato alla Gazzetta perché consente che nelle sue pagine si animi un confronto su temi di sostanza fra le posizioni del prof. Francesco Boccia e le mie, fisiologicamente divergenti: è il sale della democrazia. L'assessore barese sostiene che l'accostamento tra le tesi di Marx e di Engels sulla proprietà privata e l'avere l'on. Bertinotti indicato l'abolizione della proprietà come obiettivo di Rifondazione comunista rappresenta un richiamo al passato: concordo. Peccato che, mentre il collegamento tra gli autori del Manifesto e il loro epigono è immediato in quanto letterale, il déjà-vu stia tutto non nelle mie parole, bensì in quelle pronunciate dal leader di Rifondazione. Il ragionamento dell'on. Bertinotti è semplice: se - nel medesimo istante in cui egli rivendica i capisaldi del veteromarxismo - un proprio esponente concorre alla presidenza di una delle regioni più importanti d'Italia, non vi è alcun motivo perché fra qualche mese lo stesso Bertinotti non abbia titolo per concorrere con l'on. Prodi per le primarie nazionali (sempre che si tengano), né perché fra un anno rappresentanti di Rifondazione si candidino per diventare ministri del governo italiano. Allorché mostra di competere per posizioni istituzionali di rilievo, Rifondazione comunista ha la necessità, anzitutto di tenuta interna, di non apparire rinunciataria sui punti cardine della propria identità: porre come obiettivo la rimozione dei rapporti di proprietà risponde a tale necessità.

Se sul piano nazionale gli alleati di Rifondazione sono chiamati a scegliere fino a che punto assecondare una riedizione sui generis del partito "di lotta e di governo", sul piano regionale, il discorso è più complicato: per DS, Margherita, Udeur... la circostanza che l'on. Vendola sia non un semplice compagno di strada, ma la guida della coalizione, rende veramente arduo lo sforzo di convincere che Rifondazione è una realtà minoritaria e che i suoi estremismi saranno assorbiti dall'equilibrio delle altre forze politiche. E' ammirevole la lealtà del prof. Boccia allo spirito di coalizione, poiché proprio lui, avversario di Vendola alle primarie pugliesi, si incarica di difenderlo e di rassicurare sul terreno economico e su quello delle politiche per la famiglia. Apprendiamo così da Boccia che "il centrosinistra è contrario al riconoscimento delle coppie gay" e che addirittura "crede nella famiglia una e indivisibile (sic: quindi anche contro il divorzio) fondata sul matrimonio"; peccato che l'on. Vendola creda fermamente il contrario, essendo stato - da parlamentare - promotore di proposte di legge che vanno nella direzione opposta. So bene che una legge regionale non può scardinare la Costituzione; ma so pure che può orientare prassi amministrative; se vincesse la sinistra, nell'assegnazione di un alloggio economico-popolare una coppia di conviventi del medesimo sesso sarebbe sullo stesso piano di una famiglia normale? Attendo risposte dall'on. Vendola. Sia chiaro: non ho alcuna fobia nei confronti delle coppie gay. Gradirei però la reciprocità: che, cioè, non ci fosse alcuna fobia nei confronti delle famiglie normali, perché, a seguire i discorsi di certa sinistra, si ha l'impressione che la politica debba interessarsi solo delle prime e non delle seconde. Le famiglie normali: quelle considerate dalla legge regionale sulla famiglia; quelle che ogni giorno sono chiamate a fare i conti con situazioni di disagio al proprio interno; quelle che vedono fra i propri componenti anziani bisognosi di assistenza, o disabili, o malati terminali, o tossicodipendenti. Se vincesse il centrodestra, la prossima consiliatura regionale darebbe continuità e concreta applicazione ai principi posti con la legge sulla famiglia approvata qualche mese fa. E se vincesse il centrosinistra? Non Boccia, ma Vendola non ha ancora detto quale sorte intende riservare a quella legge.

A proposito di tossicodipendenze, in coerenza con il d.d.l del governo oggi in discussione alla Camera, una regione guidata dal centrodestra accentuerebbe gli aspetti di prevenzione e di recupero dalla droga, d'intesa con le famiglie, con la scuola e con le comunità. E gli altri? Una proposta parlamentare che vede come primo firmatario l'on. Vendola immagina la somministrazione di eroina sotto il controllo del medico, all'interno di strutture sanitarie pubbliche. Il centrosinistra immagina che quel 75% di risorse contro la droga che l'apposito fondo mette a disposizione delle regioni vada utilizzato per acquistare siringhe sterili ed eroina made in viale Capruzzi, quasi che il problema sia l'asetticità dell'uso e non invece la dipendenza da una sostanza che uccide?

Per concludere. Proponendo l'on. Vendola alla presidenza della regione il centrosinistra ha operato una scelta: quella di puntare a una candidatura identitaria, tesa a mobilitare frange marginali dell'elettorato e a costituire una alternativa reale nei confronti del presidente uscente. Questa prima parte dell'operazione è innegabilmente riuscita. A fianco a tali "pro", la scelta sta rivelando però una serie di "contro": l'identità di Vendola sarà pur marcata e decisa, ma presenta aspetti che, una volta conosciuti, allontanano i consensi di tanti moderati. Quello che non si può condividere è che tali aspetti siano messi sotto il tappeto con assicurazioni verbali che non convincono neanche chi le pronuncia. Il confronto deve essere il più chiaro e trasparente possibile: alle realizzazioni del centrodestra degli ultimi cinque anni, che costituiscono la carta di presentazione di un lavoro da proseguire e, se necessario, da rettificare (nulla è perfetto e tutto è migliorabile) non può contrapporsi una maschera. L'on. Vendola ha il diritto di chiedere il consenso dei pugliesi prospettando la limitazione della proprietà, magari con incrementi di fiscalità che rientrano nelle competenze regionali, la distribuzione controllata dell'eroina e una diversa politica per le famiglie: perché censurarlo proprio adesso?

*Coordinatore AN per la Puglia


    

 

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