ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  IN PRIMO     PIANO   Pag.    3 )
Sabato 10 Luglio 2005

Antonio Biasi

intervista Mantovano: da Vendola chiassate sui Cpt

  

Il sottosegretario: Al Qaida somiglia alle Brigate Rosse



 

«Quello di attentati terroristici in Italia, e in particolare a Roma, non è un timore generico. La realtà eversiva islamica non ha mai millantato azioni. Quando le ha minacciate, le ha poi portate a termine. In questo aspetto c'è una somiglianza con le modalità operative delle Brigate rosse». È quanto afferma il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano (An) a proposito della paura che, dopo Londra, i terroristi possano attaccare l'Italia.

Quali sono le misure che il governo intende prendere per prevenire attentati?
«I provvedimenti sono in via di elaborazione: diventeranno operativi a partire da lunedì (domani, ndr). Senza entrare nei dettagli, che devono ancora essere definiti, ci saranno modifiche e integrazioni per rendere più precisa la norma che ha già introdotto il concetto di associazione a delinquere per fini terroristici e che non è stata accolta completamente dai giudici».

Si parla di espulsione per gli extracomunitari sospettati di contiguità con gli ambienti terroristici.
«Non in questi termini. Il ministro dell'interno, come prevede la legge Turco-Napolitano, può espellere uno straniero ritenuto pericoloso per la sicurezza e l'ordine interno, come accaduto ad esempio per l'imam di Carmagnola. Se il pericolo dovesse aumentare provvedimenti di questo tipo potrebbero essere intensificati».

Sono già partite operazioni di polizia e si parla anche di utilizzare, in alcuni compiti, l'esercito. È vero?
«I controlli di polizia sono già partiti. Per quanto riguarda gli altri provvedimenti è meglio aspettare le decisioni definitive».

Lei, da tempo, afferma che è necessario istituire una superprocura antiterrorismo. Dopo la strage di Londra qual è il suo pensiero?
«Credo sia davvero venuto il momento di istituire questa procura. In alternativa, si potrebbero allargare i poteri di coordinamento della procura antimafia anche al terrorismo. Non sono, invece, favorevole a un ministero antiterrorismo».

Cosa non funziona nel sistema attuale?
«Il problema è nell'applicazione delle norme. È indispensabile un coordinamento più stretto tra le autorità giudiziarie e i magistrati giudicanti che devono essere esperti di terrorismo. Altrimenti, va a finire che che vengono prese decisioni che vanificano il lavoro degli investigatori».

Il suo riferimento è al giudice pugliese Clementina Forleo che a Milano ha distinto tra guerriglia e terrorismo?
«Sì, ma non solo. Anche altri giudici hanno preso decisioni di questo tipo. È indispensabile che ci sia un pm specializzato che abbia come interlocutore un giudice altrettanto specializzato».

Il presidente della regione Puglia, Vendola, ha dichiarato guerra ai Cpt (centri di permanenza temporanea) per immigrati e ha organizzato per domani un'assise con altri presidenti di regione. Cosa ne pensa?
«Bisogna fare chiarezza: se il problema sono le condizioni di vita all'interno dei centri, si può discuterne. Si possono fare confronti con le condizioni che c'erano nel passato, si può valutare come sono quelli degli altri Paesi. Si può, ripeto, discutere il problema, considerando però che non si tratta certo di lager o prigioni come dicono alcuni. Basta ricordare che sono gestiti dalla "Croce Rossa" o dalla "Misericordia", organizzazioni che non possono ovviamente essere accusate di utilizzare sistemi disumani. Però è l'esistenza stessa dei Cpt che viene messa in discussione. E questo non è comprensibile. Se in Italia arriva un extracomunitario, in attesa degli accertamenti di legge, cosa si fa? Lo si lascia circolare tranquillamente per tutto il Paese? Questo è un sogno, anche rispettabile, ma la realtà dell'Unione Europea ci impone scelte diverse. E, a parte ciò, basta servirsi del buon senso».

Cosa vuol dire a Vendola, alla vigilia dell'incontro con gli altri presidenti di regione?
«Non è con queste parate che si risolvono i problemi. È un'iniziativa strumentale. Mi schiero quindi a fianco dell'on. Napolitano, peraltro politicamente lontano da me, già attaccato da Vendola. Serve senso della responsabilità. E mi chiedo: cosa fanno le regioni di fronte al problema immigrati, a parte queste chiassate?»


    

 

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