ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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Giovedì 24 Novembre 2005

 

il caso Mentre alla Camera è stato rinviato il dibattito sulla commissione d'indagine richiesta dall'Udc

 

 

Storace rilancia sull'aborto

«Lo Stato deve garantire sia chi lo vuole, che scelte per la vita»


 

ROMA Il primo scontro in parlamento sull'aborto non c'è stato; la commissione Affari sociali della Camera, che avrebbe dovuto decidere sull'indagine chiesta dall'Udc sulla «corretta applicazione» della legge, ha rinviato la risposta alla prossima settimana. Una decisione che il presidente Giuseppe Palumbo, di Forza Italia, ha spiegato come conseguenza tecnica della fiducia posta dal governo sulla finanziaria, ma che Luciano Violante, capogruppo dei Ds, rivendica come «un primo risultato» nella difesa della legge. Il rinvio non significa superamento delle polemiche; le posizioni restano distanti anche nel governo, dove Francesco Storace evoca, non a caso, l'incarico della collega Stefania Prestigiacomo, per sottolineare che la legge prevede «pari opportunità» per la scelta di abortire o di non abortire. Scelte alle quali lo stato deve dare egualmente voce nei consultori, aggiunge Storace, esaltando il «valore sociale del volontariato» per ribadire sostegno al Movimento per la vita. Come il ministro conferma le proprie scelte, così da una parte e dall'altra si insiste nei toni forti.

Alfredo Mantovano, di An, sostiene che se non si applicano correttamente le norme sulla prevenzione dell'aborto, la 194 si dimostra una legge «ipocrita». Dall'altra, si invita l'Unione a «fare le barricate», come dice la Verde Luana Zanella, contro l'indagine chiesta dall'Udc, o si accusa il Movimento per la vita, come sostiene Maria Rosaria Manieri, dello Sdi, di voler entrare nei consultori per trattare le donne da «eretiche». La questione, d'altra parte, è potenzialmente molto delicata per l'Unione, e per i cattolici in particolare, come emerge dal silenzio perdurante di Romano Prodi, anche dopo essere stato sollecitato esplicitamente da Maura Cossutta, del Pdci, a prendere posizione, e ad inserire «la difesa della 194» nel programma di governo dell'Unione.

Ma da più parti, si rafforza anche la tendenza a cercare di portare fuori il confronto da quello che il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, chiama «uno scontro ideologico che danneggia tutti» e che l'ex segretario dell'Udc definisce una «guerra di religione», o fra «guelfi e ghibellini», che come tale non ha senso. E così, da una parte e dall'altra, vengono avanzate proposte che spostano il confronto su iniziative di merito. Come fa Violante, quando chiede che la finanziaria «sia l'occasione per un effettivo rilancio del fondo sociale e delle politiche a sostegno della funzione di prevenzione che la legge assegna ai consultori». O come fa Grazia Sestini, sottosegretario al lavoro, di Forza Italia, quando suggerisce che i consultori agiscano «in rete con i servizi sociali», ad esempio per aiutare le famiglie dei disoccupati ad avere un reddito per poter allevare un figlio.

Un'iniziativa formale è stata presa dalla Lega, con una proposta di legge perchè nei consultori sia garantito «il diritto della donna a ricevere valide alternative all'aborto». Un'iniziativa che, hanno spiegato Andrea Gibelli e Francesca Martini, vuole distaccarsi dalle «polemiche sterili» e si pone in alternativa all'indagine reclamata dall' Udc, che, per la Lega, può solo fotografare una situazione che già si conosce. Quanto alla questione dei volontari cattolici, si fa vivo da Pistoia Tommaso Braccesi, consigliere comunale della Margherita e presidente locale del Movimento per la vita, per far presente a quanti polemizzano, pro o contro, che già da due anni, nella sua città, i volontari sono presenti nei consultori, in applicazione della legge e attraverso un accordo con la Asl, a dimostrazione che, già ora, si può collaborare «con rispetto reciproco» e «per ampliare le opportunità di risposta ai bisogni della donna».

E il cardinal Tonini in un' intervista afferma che «nei consultori si esorta ad abortire. Siamo di fronte al disprezzo della vita umana». Il cardinale affronta anche il tema della sperimentazione della pillola Ru486. «La politica rischia di aver perso il senso dei valori. La campagna elettorale si fonda su elementi poveri». L'arcivescovo emerito di Ravenna si esprime positivamente sulla proposta di aprire ai volontari del Movimento per la Vita i consultori: «E' un dovere sacrosanto».



 

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