ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:IN PRIMO PIANO     Pag.     4)
Lunedì 1 Agosto 2005

 

LE DUE SORELLE Il rito funebre in piazza San Domenico con i feretri avvolti nel tricolore. Il pianto dei genitori

  

Il triste addio a Paola e Daniela

Casarano, l'omelia del vescovo: il terrorismo crea distruzione e strazio


 

CASARANO (LECCE) Il rito funebre è iniziato da poco quando due colombe bianche si posano sul cornicione del municipio di Casarano e mettono in fuga uno stuolo di colombi. Qualcuno tra le duemila persone presenti in piazza San Domenico, abbozza un sorriso di speranza in un momento così straziante. Quelle due colombe bianche per la gente simboleggiano proprio Paola e Daniela Bastianutti, le due inseparabili sorelle salentine vittime della follia terroristica. I loro feretri sono lì, in piazza San Domenico, avvolti nel Tricolore e posizionati davanti all'altare. Sulla bara di Paola c'è la feluca, il cappellino da neolaureata, che poco prima il suo fidanzato, Stefano Mastrobisi, stringeva al petto. Accanto al cappellino c'è la fotografia che ritrae Paola sorridente il giorno della laurea in giurisprudenza con 110 e lode che lei aveva deciso di festeggiare con la sorella a Sharm El Sheikh. Sul feretro di Daniela, invece, c'è un fiore e la foto che ritrae una ragazza mentre scoppia a ridere.

Claudio Bastianutti, il papà delle due ragazze, non ha più lacrime. Ha ancora la mano destra fasciata per quel pugno sferrato contro il muro il giorno in cui ebbe la conferma che il cadavere di Daniela era stato riconosciuto da una guida turistica egiziana. Per lunghi momenti l'uomo non riesce a staccare gli occhi dalle due bare in cui sono custoditi i resti delle sue due uniche bambine. Al suo fianco c'è la moglie Laura. Il suo volto è una maschera di dolore. All'inizio delle esequie la donna ha un piccolo mancamento, viene soccorsa da chi le sta accanto, chiede un po' d'acqua e si riprende.

A poca distanza da Claudio e Laura ci sono i sottosegretari all'Interno e alla Difesa, Alfredo Mantovano e Rosario Costa, amici dei Bastianutti, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Il momento più toccante della cerimonia è l'omelia di monsignor Domenico Caliandro, vescovo di Nardò-Gallipoli, che ammonisce la folla: «Non riusciamo a capire - dice alla gente che affolla la piazza - come il terrorismo, con il suo odio, voglia uccidere e accreditare questo come gloria di Dio. Questa è gloria di Satana. Non possiamo accettare questo metodo e questa logica. Dobbiamo rifiutarli e condannarli totalmente» perchè 'il terrorismo crea distruzione, strazio, colpisce la stima e gli affetti più cari. Caino vuole accreditarsi ancora con la sua filosofia che non riconosce alla vita umana alcun valore».

Durissimo anche l'intervento di Hakima Laakairi, presidente dell'associazione delle donne musulmane del Salento, che durante le 'interzioni di preghierà, tra l'omelia e l'offertorio, prende la parola e dice: «A questa gente malata, a questi terroristi, nel nome del Dio unico, Allah, dico basta, basta con le stragi, basta con gli spargimenti di sangue e di dolore». La folla ascolta in silenzio, qualcuno annuisce. Sono quasi le 19, il solleone in piazza San Domenico comincia finalmente a dare un po' di tregua. I funerali stanno per finire. Monsignor Caliandro si avvicina alle bare per benedirle, i genitori di Paola e Daniela si alzano e fanno qualche passo in avanti, vorrebbero forse abbracciarle quelle bare ma si fermano come per cercare gli sguardi delle loro ragazze che non ci sono più. E' l'ultimo atto. La gente che circondava anche l'altare sfila via, passa vicino ai feretri, qualcuno non resiste alla tentazione di toccarli, qualcun altro si fa il segno della croce. Poi scoppia un lungo applauso, che la famiglia non voleva ma che la folla non riesce proprio a trattenere.


    

 

vedi i precedenti interventi