ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  IN PRIMO     PIANO   Pag.     3 )
Domenica 3 Luglio 2005

a.q.

Nella notte si lavora e si media per scongiurare la rottura

  

Alemanno avrebbe il 30% ma vuole evitare lo strappo



 

ROMA «Aspettiamo la relazione di Fini», dicevano l'altro ieri i colonnelli di An. «Aspettiamo la replica», hanno ripetuto ieri. Perchè la relazione del leader di An è arrivata, durissima: un guanto di sfida gettato in faccia alle correnti. Che Fini ha definito «metastasi che rischiano di distruggere il corpo del partito», mortificandone i capi per «lo spettacolo non edificante» offerto alla vigilia dell'Assemblea nazionale. E loro? Spiazzati, amareggiati, offesi, per tutto il giorno i colonnelli hanno lavorato alla presentazione di mozioni, ordini del giorno, documenti da mettere ai voti per contare le forze o almeno far percepire a Fini il dissenso. E hanno fatto interventi anche duri. Ma lo sanno che è vero: a 11 mesi dalle elezioni non si può dimezzare il leader.

Quindi, cercano una soluzione, si appellano alla replica sperando che Fini consenta loro una onorevole via d'uscita. Il dibattito è andato avanti fino a notte fonda. Riunioni, incontri e colloqui sono andate avanti per tutta la notte.alla ricerca di un modo per far capire al Capo che non si può andare avanti così. «Sulla nostra mozione abbiamo il 30% - ammonisce Alemanno, che metterà ai voti il documento sui valori scritto a 4 mani con Mantovano - quanto a Fini, aspettiamo la replica per decidere se votare la fiducia. Intanto Rebecchini si dimette dal partito, Fiori chiede a Fini di farlo lui, Mantovano si proclama «del tutto insoddisfatto». «Le correnti non sono un tumore - dice anche Gasparri - e nessuno di noi è stato portato dalla cicogna, tu compreso Gianfranco».

Tutto a posto, allora? Non proprio. Comunque Alemanno, raccogliendo almeno il 30% dei consensi sul suo documento, fa capire a Fini che davvero una minoranza già esiste nel partito. E' la prima volta in 10 anni, e se il fronte con Destra protagonista fosse rimasto più compatto, davvero stavolta Fini avrebbe rischiato (avendo chiesto la fiducia per voto nominale) di essere sfiduciato. E il malumore tra i delegati, al di là delle correnti di appartenenza e fatta eccezione per Nuova Alleanza, è davvero forte. Perciò circola in queste ore un ordine del giorno (che si racconta abbia già in calce 140 firme di Destra sociale e 139 di Destra protagonista) che servirà a dare un segnale a Fini. In attesa della replica finale.


    

 

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