ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL FOGLIO
(Sezione:ANNO X NUMERO 159 PAG I - IL FOGLIO QUOTIDIANO)
GIOVEDÌ 7 LUGLIO 2005 -

 

Il lobbista dei Pacs

 

 La strategia dello sfinimento trasversale dell’onorevole Grillini

Il deputato diessino bracca da anni i colleghi di tutti i partiti. Chi firma, chi no, chi chiede consiglio

L’argomento “vecchietti”


 

Roma. Da tre anni lobbista principe dei Pacs, l’onorevole Franco Grillini si dichiara in materia “ideatore della teoria dello sfinimento e dello sfiancamento”. Quando nel 2002 cominciò a raccogliere le firme sotto la proposta dei Patti civili di solidarietà, per arrivare a 161, “di cui 12 della Margherita”, un intero anno della sua vita fu tutto un appostamento, un agguato, una vigilanza. “C’erano i colleghi che firmavano a occhi chiusi – racconta – Quelli che invece ‘fammi dare un’occhiata’ oppure ‘mi guardo la cosa con calma’ o ‘ci penso sopra’. E lì bisognava battere, ovviamente senza perdere tempo con quelli completamente contrari”. Si infilava allora tra un supplì e l’altro alla buvette, Grillini. Scrutava il Transatlantico. Scalava i banchi nell’aula. “A un certo punto, sfiniti dall’assedio, molti firmavano. Va detto che per ogni firma della Margherita ho impiegato almeno una settimana di lavoro, una faticaccia”. E ora che la discussione in aula si avvicina, che l’intero centrosinistra si dice pronto alla battaglia, l’onorevole ds – presidente onorario di Arcigay e vestale istituzionale dei Pacs che verranno – bracca i dubbiosi, tallona gli incerti, affronta i sospettosi. “dopo aver ascoltato tutti i loro no, domando: posso infilarti qualche sì?”.

C’è una lista di quelli persi comunque alla causa, da Alfredo Mantovano a Rocco Buttiglione, dal ministro Giovanardi al collega Tremaglia, fino al capogruppo dell’Udc, Luca Volontè, “il più simpatico della compagnia, ma con quelli non ci provo neanche”. Però, a dire tutta la verità, lui confessa che adesso più che braccare viene braccato, più che tallonare è tallonato, più che affrontare viene affrontato. Si piazza in poltrona, gli altri si avvicinano. “Allora, a che punto siamo?”. Racconta Grillini: “Molti colleghi del centrodestra vengono a chiedere spiegazioni. Domandano: senti, io ho un figlio convivente… Oppure: ho una figlia che non si vuole sposare, ma dice che se ci fossero i Pacs…”. C’è l’onorevole forzista che domanda: “Mi sto dividendo da mia moglie, la tua legge mi può essere utile?”. E un suo collega: “Spiegami ’sti Pacs? Ma dopo, ci si può sposare?”. Come una Donna Letizia del politicamente corretto e socialmente avanzato, Grillini consiglia, esorta, ammonisce. C’è il parlamentare forzista della sua stessa commissione che lo ascolta, annuisce, approva: “Come lo spieghi pare convincente. Il fatto è che abbiamo il sospetto che questa tua proposta sia il cavallo di Troia per far passare altro”. E Grillini: “Eh no, scusa, adesso tirare fuori Troia proprio con me!”.

Casini: “Non dire in giro che sono d’accordo” Di particolare efficacia nell’opera di lobbysmo, confida Grillini, è la faccenda dei vecchietti. Perché i patti di solidarietà possono riguardare anche anziani che decidono di vivere insieme per farsi compagnia, per pagare un solo affitto, un solo canone televisivo. “C’è l’argomento dei vecchietti e quello che possiamo chiamare della sfiga, pure di grande impatto: il contratto di affitto della casa, la morte di un convivente, le case popolari, le visite in carcere, l’eredità… I Pacs sono un negozio giuridico inedito, né piccolo matrimonio né parodia del matrimonio”. Passa Bobo Craxi, che sui Pacs non ha dubbi, è propone ridendo l’ardita creazione del partito Drag Queen. Un tentativo di acchiappo (politico) con l’onorevole forzista Italico Perlini. A cinque metri si posiziona Mantovano, e nessun tentativo di acchiappo (politico) si verifica. Porta sostegno Luciano Violante. Ma, epopea zapateriana a parte, la faccenda vista dal Transatlantico pare meno scabrosa di come in giro si racconta. Una volta – a insindacabile giudizio e con indubbia competenza – Grillini quantificò in settanta gli onorevoli gay presenti a Montecitorio. “Ma, a parte quelli dichiarati, sono i più defilati sulla faccenda. Anzi, qualcuno è tra i più impegnati in battute da caserma.

Ma alcuni, eletti nel centrodestra, mi hanno detto: se si vota a scrutinio segreto, tranquillo che votiamo a favore”. E nell’appassionata missione pro Pacs, l’altro giorno Grillini si è inerpicato fino a Pera e a Casini, che conosce da decenni, entrambi bolognesi. “Nei primi anni Novanta, durante un dibattito in televisione, mi disse: per farti vedere che non sono omofobo, faccio una foto insieme a te. E mi mise un braccio intorno alle spalle”. Dopo che Grillini è andato nel suo studio a perorare la causa, Casini ha mormorato: “Per come me l’hai spiegata, si può discutere”. Sorriso entuasiasta di Grillini. E Casini, svelto: “Adesso non fare il figlio di buona donna, che esci a vai a dire in giro che sono d’accordo con te. Poi ti strozzo…”.



 

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