ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL FOGLIO
(Sezione: PRIMA PAGINA               )
MARTEDÌ 21 DICEMBRE 2004

 

 

 

 Bari caput mundi

Da An a Rifondazione. Se contano, sono pugliesi o sono eletti lì (come D’Alema e Follini)


 

Roma. La mancata designazione, quest’estate, di un candidato forte per sfidare il presidente uscente Raffaele Fitto ha fatto della Puglia il fazzoletto su cui il centrosinistra misura gli equilibri interni. E se per Fausto Bertinotti, la candidatura di Nichi Vendola è strumento per condizionare il centrosinistra, per Massimo D’Alema e i Ds, la Puglia è qualche cosa di più. E’ la regione chiave del mezzogiorno. E’ il punto di partenza della riscossa, è la regione delle cinque province riconquistate. “Ma alla regione c’è Fitto, un politico di razza – dice Domenico Mennitti, Forza Italia, sindaco di Brindisi – E il centrosinistra ha difficoltà a esprimere un personaggio politico adeguato. Ha discusso di buoni candidati, ma non politici in senso stretto. E’ solo un problema di classe dirigente, il rapporto con Rifondazione viene dopo”. Dice Giuseppe Giacovazzo, storico direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, portabandiera intellettuale della pugliesità, che per la verità il problema della classe dirigente non riguarda solo il centrosinistra, è un problema generale: “mi sembra che sia una classe dirigente che non produce valori nazionali, è ripiegata su se stessa”.

Maddalena Tulanti, capo della redazione barese del Corriere della Sera, dice: “E’ come se ci fosse una ricerca di identità regionale. La corsa alla poltrona di sindaco a Bari è stata tutta giocata sulla baresità. In generale la pugliesità diventa un valore: politici, cinema, vino, turismo, non so se durerà”. In Puglia vengono eletti due leader di partito, D’Alema e Marco Follini. Sono pugliesi Gianni Alemanno, capo della destra sociale, e il sottosegretario agli interni Alfredo Mantovano; poi Rocco Buttiglione e due leader di Rifondazione Nichi Vendola e Franco Giordano. “Tra le regioni del mezzogiorno continentale – dice Giuseppe Vacca, filosofo e dirigente Ds – è la più moderna, è una regione che nonostante il deficit di storia borghese, non abbastanza metropolitana rispetto alla Sicilia o a Napoli, ha una struttura produttiva solida e una lunga tradizione politica: Moro, Formica, e non dimentichiamo Tatarella, che ha cambiato la storia del centrodestra”. Nicola Rossi, economista e parlamentare ds pugliese dice: “E’ una regione molto viva, nonostante la classe politica sia un tappo formidabile”. Mennitti dice: “Un tempo le grandi regioni capaci di produrre leggi di riferimento per tutto il Paese erano l’Emilia, la Toscana e la Lombardia. Oggi c’è anche la Puglia”.



 

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