ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL DENARO
(Sezione: Campania   Pag.   )
Giovedì 18 luglio 2002

di Sergio Califano

IL COMMISSARIO MONACO INCONTRA IL PREFETTO E GLI IMPRENDITORI

Racket, si sgretola il muro d’omertà


A Napoli un commerciante o imprenditore su due subisce (per scelta, per paura, per scetticismo) l’odioso meccanismo delle estorsioni. E va già di lusso rispetto a Palermo o Catania, dove il 70 per cento delle attività del terziario (sono dati di questi giorni) deve confrontarsi sistematicamente con un esattore del pizzo. E’ questo lo scenario che continua a fare da sfondo ai processi economici nella città simbolo del Mezzogiorno che il commissario straordinario antiracket Rino Monaco affronta questa mattina per tastarne lo stato di salute ma soprattutto per intuirne la effettiva volontà di liberarsi dagli ingranaggi spesso mortali dell’estorsione. E’ la stessa città dove fino a pochi mesi fa un fenomeno illegale come il contrabbando metteva in moto una catena produttiva che dallo scafista al dettagliante dava lavoro a decine di migliaia di persone. E capire dove siano finite e come si siano riconvertite quelle decine di migliaia di persone potrebbe essere una chiave per leggere il nuovo allarme racket.

Monaco discute del problema con il prefetto Carlo Ferrigno e con i vertici delle categorie imprenditoriali maggiormente nel mirino in un momento in cui l’escalation del reato sembra aver toccato e superato i livelli abituali, con i cantieri che a piazza Garibaldi da qualche giorno aprono per far entrare operai edili e pattuglie di polizia per proteggerli. E se da un lato gli inquirenti di polizia e carabinieri sottolineano che nell’area napoletana si registrano segnali confortanti di controtendenza da parte delle vittime del racket, con un aumento di circa il 20 per cento di denunce rispetto agli anni passati, fa da contraltare la denuncia forte di Marco Venturi, presidente nazionale della Confesercenti, che non si nasconde dietro dichiarazioni di circostanza quando afferma che: «Non si può far finta - spiega - di non sapere che la gran parte degli operatori del Mezzogiorno sono taglieggiati e non possiamo pensare ad una loro progressiva espulsione di massa dagli ingranaggi produttivi qualora decidessero di non denunciare le estorsioni subìte. Il problema è di non lasciarli soli e di costituire il più possibile associazioni antiracket».

Venturi dice queste cose a margine della firma di un protocollo di intenti delle associazioni di categoria alla presenza del sottosegretario degli Interni Alfredo Mantovano, per incoraggiare gli imprenditori a denunciare.


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