ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL CORRIERE DELLA SERA Venerdì 25 gennaio 2002



La maggioranza trova l’accordo: i datori di lavoro dovranno pagare parte dei contributi arretrati


Immigrati, «sanatoria» ma solo per le colf


ROMA - Collaboratore domestico, baby sitter o «badante» di anziani: certificato penale pulito, in grado di dimostrare di avere un alloggio e di aver iniziato a lavorare a tempo pieno presso una famiglia italiana prima del 31 dicembre 2001. È grosso modo questo l’identikit dei tanti «semi clandestini» (il 90 per cento sono donne sudamericane e dell’Europa dell’Est) che nel corso di quest’anno verrebbero regolarizzati con un contratto di soggiorno. L’operazione, che non sarà a costo zero perché ai datori di lavoro e ai «dipendenti» verrà chiesta una parte dei contributi Inps arretrati e delle tasse non versate, comprende un numero imprecisato di stranieri: le stime governative parlano di «decine di migliaia di persone», mentre Caritas e Acli arrivano a ipotizzare un esercito in nero di 2- 300 mila unità. Le domande degli interessati, comunque, potranno essere presentate solo tra qualche mese, dopo che sarà stata approvata la nuova legge sull’immigrazione Fini-Bossi.

L’accordo sulle colf, che martedì prenderà la forma di un emendamento governativo al ddl Fini- Bossi, è stato perfezionato a Palazzo Chigi al termine di un vertice convocato dal vicepremier Gianfranco Fini. E, come previsto, è venuta fuori l’unica mediazione possibile tra il Biancofiore (che chiedeva un provvedimento ben più ampio) e il muro eretto dalla Lega e da una parte di An. Allora, disco verde per le colf. Ma restano fuori dai meccanismi di emersione i lavoratori in nero dell’industria (edili e meccanici, in particolare): «Non ne abbiamo parlato», conferma il senatore Gabriele Boscetto (FI), che ha partecipato all’incontro. Mentre le pressioni esercitate dalle organizzazioni di categoria (agricoltura, commercio e turismo) hanno indotto il governo a promettere il varo, «in tempi brevi», di un decreto per gli stagionali.

Per il decreto flussi del 2002, quello che regola l’ingresso di tutti gli stranieri in un anno, se ne riparla invece dopo l’approvazione della legge Fini-Bossi. La regolarizzazione delle colf «non è una sanatoria», ha ripetuto il ministro leghista Roberto Maroni (Welfare): «Abbiamo confermato il no alla sanatoria per gli extracomunitari entrati illegalmente in Italia». «Molto soddisfatto per l’accordo raggiunto» anche il ministro Carlo Giovanardi (Ccd) mentre il collega Rocco Buttiglione (Cdu) parla di «ottimo risultato» perché «Fini e Bossi hanno mantenuto gli impegni presi». Per raggiungere il punto di mediazione è stato determinante il sottosegretario di An Alfredo Mantovano (Interno): «Abbiamo risolto un nodo cruciale, quello dell’estensione del perimetro della regolarizzazione». Anche Giampaolo Landi di Chiavenna, responsabile Immigrazione di An, ha fatto la sua parte: «Su questo tema era fondamentale ribadire la compattezza della maggioranza». Per Alberto De Luca (FI) è stato «risolto il problema degli irregolari veniali».

Ma l’accordo si basa anche su un non detto. Lega e An sostengono che il governo non farà altre regolarizzazioni mentre Buttiglione lascia intendere che i «centristi» torneranno alla carica sulla «Tremonti bis» per tentare di regolarizzare altre tipologie di lavoratori: «Ne parleremo nell’ambito della normativa sull’emersione del lavoro nero». E l’Ulivo? Livia Turco (Ds) boccia «la sanatoria con tassa che solo i ricchi potranno permettersi: ci chiediamo quante delle persone anziane assistite dagli extracomunitari ce la faranno a pagare questa vera e propria tangente sulla regolarizzazione».

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