ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: IN PRIMO PIANO   Pag. 9  )
Martedì 23 luglio 2002

Alessandra Arachi



«La nuova legge non c’entra Questi incidenti accadevano anche prima»


ROMA - Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, cos’è successo l’altra notte al largo di Valona? Un incidente?
«Aspettiamo a dare un nome all’evento: c’è in corso un accertamento da parte della Procura militare di Roma, oltre a un’inchiesta delle autorità albanesi. Comunque i dati oggettivi e la ricostruzione della Guardia di Finanza meritano la massima considerazione».

Ovvero?
«La motovedetta della Finanza stava facendo opera d’interdizione alla dovuta distanza di sicurezza. Sembra che sia stato il gommone ad andare contro la motovedetta "V.5000" che, infatti, ha una falla sulla fiancata destra».

Il gommone che punta contro la motovedetta? Non le pare un gesto su icida?
«Non sarebbe successo apposta, ovviamente. Secondo il colonnello Franco Papi, comandante del contingente della Finanza di stanza a Durazzo, l’autista del gommone quando ha visto la motovedetta della Finanza ha cercato un rapido cambio di rotta, ma ha fatto male i suoi calcoli. Mi sembra una versione plausibile».

C’è chi ha visto in questo incid ente un clima di caccia al clandestino. Un clima dovuto alla nuova legge, appena approvata, sull’immigrazione, la cosiddetta « Bossi-Fini».
«Evito di rispondere a simili considerazioni: si commentano da sole. Di certo nella nuova legge non c’è nulla che autorizza le nostre unità navali a ledere la vita altrui. In questo caso, poi, l’interdizione è dovuta a un accordo bilaterale con l’Albania: infatti sulla nostra motovedetta c’era anche un poliziotto albanese. E poi...».

E poi?
«La " Bossi-Fini" non c’era il 28 marzo del 1997, la famosa tragedia della "Sibilla". Non c’era il 27 maggio del ’99 al largo di Otranto, né il 4 maggio del 2000 quando un altro gommone speronò un’imbarcazione della polizia. Non criminalizziamo la legge».

Questa nuova legge autorizza le navi della Marina militare a controllare i mari per tenere lontane le imbarcazioni dei clandestini. Che poteri hanno i nostri militari?
«Di semplice interdizione e di controllo. Possono accompagnare i clandestini nel porto più vicino. Oppure controllarli, se sono nelle nostre acque. In caso contrario seguire gli accordi che ci sono con gli altri paes i. Ricordiamoci che non è un compito facile. E ricordiamoci di quante vite hanno salvato i finanzieri: ben 3.253 persone soltanto nel 2001. Clandestini buttati a mare dagli scafisti, oppure trovati agonizzanti sulle nostre coste. E ricordiamoci dei morti».

Di quali morti?
«Domani s aranno passati esattamente due anni dalla morte di Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola: due giovani finanzieri che hanno avuto la ventura di stare su un’imbarcazione più leggera di quella dell’altra notte. Sono stati speronati da un gommone di clandestini. Hanno lasciato le loro vite al largo di Castro. Uno dei due corpi non è mai stato ritrovato».


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