ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DELLA SERA
(Sezione: CRONACHE   Pag. 18  )
Sabato 13 luglio 2002

Roberto Zuccolini

«Immigrati, niente impronte per preti e calciatori»
Sul tavolo del governo la proposta di esentare alcune categorie. Con la sanatoria 200 mila nuovi permessi


ROMA - Il giorno dopo l’approvazione della Bossi-Fini sull’immigrazione emergono alcuni dettagli su come verrà attuata la nuova legge. Dettagli non di poco conto che potrebbero diventare ufficiali a fine agosto insieme all’atteso decreto sulla regolarizzazione degli extracomunitari che lavorano in nero. E così si viene a sapere che sull’obbligo delle impronte potranno esserci alcune eccezioni. In altre parole si sta pensando di non rendere obbligatorio il rilievo dattiloscopico a categorie «speciali» come ad esempio quella dei non pochi religiosi (preti, seminaristi, appartenenti a congregazioni) presenti in Italia. O come quella dei calciatori e professionisti dello sport in generale.

Si tratta solo di ipotesi allo studio che saranno messe a punto nei prossimi giorni, ma con il passare del tempo, spiegano al Viminale, si stanno rafforzando: «Ci sono categorie per le quali la certezza dell’identità è resa più forte dalle circostanze». L’altra soluzione di cui si parlava un mese fa e cioè quella dell’esenzione per Paese (ad esempio per americani e giapponesi che pure sono extracomunitari) sarebbe invece scartata perché ritenuta «discriminatoria».

Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano continua a difendere la necessità delle impronte e annuncia che il governo sta pensando ad un’accelerazione dello stesso provvedimento anche per gli italiani: «Entro la fine della legislatura sarà una realtà per tutti cittadini insieme alla carta di identità elettronica». Si tratta di una misura già prevista dalla legge Bassanini, ma che ora la maggioranza di centrodestra vuole attuare con decisione: «Si comincerà presto con un periodo sperimentale, poi il provvedimento sarà esteso a tutti al rinnovo dei documenti». Per l’obbligo del rilievo dattiloscopico agli extracomunitari ci vorrà comunque del tempo prima che sia «a regime». Non solo perché le questure dovranno essere dotate di nuovi macchinari, ma anche per la concomitante regolarizzazione di colf, badanti e altri lavoratori in nero che porterà via non poche energie. Per questi ultimi ad esempio le impronte potrebbero essere prese solo fra un anno, vale a dire alla scadenza della verifica prevista dalla Bossi-Fini.

Per i due tipi di regolarizzazione - colf e badanti da una parte, lavoratori in nero dall’altra - le previsioni sono per un totale di 200 mila nuovi permessi di soggiorno, cifra nella media delle sanatorie anni Novanta che non hanno mai superato le 250 mila unità. Il decreto per gli immigrati che lavorano in nero nelle aziende, per il quale si è battuto con tenacia il ccd Bruno Tabacci, sarà varato all’entrata in vigore della Bossi-Fini che potrebbe però slittare a fine agosto. Al Viminale si fa presente che dopo l’approvazione del Parlamento i passaggi sono tanti (dal Quirinale alla pubblicazione nella gazzetta ufficiale) e comunque sarebbe arduo fare scattare una sanatoria in piena estate.

Il testo del decreto si ispirerà all’ordine del giorno approvato giovedì dal Senato e ricalcherà il sistema previsto per le colf (con i tre mesi di contributi arretrati a carico del datore di lavoro). Riguarderà tutti gli extracomunitari presenti in Italia al momento dell’entrata in vigore della Bossi-Fini. Alla fine regolarizzarsi sarà quindi possibile a ogni categoria di lavoratori dipendenti. Non potranno invece farlo gli immigrati che lavorano in autonomia (come gli ambulanti), fattispecie che era prevista dalla vecchia Turco-Napolitano.

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