ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: IN PRIMO PIANO   Pag.   3   )
Mercoledì 25 Giugno 2003

Rosanna Lampugnani

 

«Questione morale, Mantovano ha ragione»

Bladucci, portavoce Udc: «Il Polo sta smarrendo la bussola». Sul piano ospedaliero una commssioine d'inchiesta


 

BARI - «Alfredo Mantovano ha ragione. La. Casa delle libertà sta smarrendo la questione morale. Noi dell'Udc non vogliamo che la politica abdichi al suo ruolo. Chiamiamo Fitto ad un incontro per ragionare sugli impegni dei prossimi due anni di legislatura regionale. E poiché non ci convince il piano ospedaliero abbiamo messo al lavoro un comitato di revisori. D'ora in poi si dovrà discutere con i sette consiglieri dell'Udc». Enrico Balducci è stato appena eletto all'unanimità della direzione regionale - portavoce del gruppo a via Capruzzi. Un ruolo importante che eliminerà qualsiasi alibi per il non coinvolgimento del suo partito nelle decisioni che contano per la Puglia. Balducci e Gianni Mongiello, li segretario regionale di cui è stata approvata la relazione, saranno il perno di un'azione volta ad allargare i consensi, già vistosi, registrati alle ultime elezioni amministrative. Ma anche a ridefinire i rapporti nell'alleanza.

Allora Balducci, cosa pensa delle parole di Mantovano che ha riproposto il tema della questione morale?
«Mantovano ha ragione. Sono esterrefatto per quanto sta accadendo a Bari: la vicenda è davvero inquletahte, anche se è figlia del sistema elettorale che tende a non selezionare più la classe dirigente. Ma non credo che la società civile abbia fatto miracoli una volta arrivata al potere. Il più bravo, pur con tutti limiti, è Raffaele Fitto che e espressione dei partitl. Se si guarda a Vernola c'è da suicidarsi. Se si guarda a Simone Di Cagno Abbrescia è meglio non parlarne. Con il risultato che nei prossimi dieci mesi prima delle eleziòni comunali a Bari ci sarà una conflittualità forte che ci farà perdere. A meno che il centrosinistra non candidi un pm».

in quel caso il Polo vincerebbe?
«Certo. Un pm può andar beìne solo se è un candidato trasversale. Se è di parte perde la credibilità conquistata con il suo lavoro: è facile obiettargli che se sceglie una parte per candidarsi significa che di parte è sempre stato, anche quando seguiva le inchieste più scottanti».

Lei ha accennato ai limiti di Fitto. Come portavoce del gruppo regionale cosa chiederà al presidente della Regione?
«Poiché ci sono ancora due anni di legislatura gli chiederò diverificare con me e con Mongiello quali progetti sono i più utili per ricreare un rapporto positivo con il territorio. Perché è indubbio che la Casa delle libertà ha perso smalto, come hanno confermato i risultati elettorali, positivi solo per l'Udc. Gli chiederemo di ragionare sgomberando li campo da polemiche personalistiche: non si può fare tutto e contemporaneamente. Certo c'è un vuoto pauroso di leadership politica della coalizione. Ci mancaun Pinuccio Tatarella, ma Fitto non può fare tutto».

Non potrebbe essere lui a raccogliere l'eredità di Tatarella?
«Essere ovunque non paga. Come dimostra l'essersi occupati impropriamente della crisi politica di Bari. Mentre in Regione c'è un problema grande come un macigno: l'assenza totale di un rapporto tra consiglio e giunta. Governare significa anche fare scelte improprie. Se poi si cambia la giacchetta e si fa politica, come accaduto nella recente campagna elettorale, di quelle scelte si pagano le conseguenze e si perde. Perciò mettiamoci intorno ad un tavolo e decidiamo quali sono le dieci cose più importanti da realizzare».

Ne indichi lei almeno cmque.
«Partirei dalla legge per il commercio; quindi l'urbanistica e il drag; vorrei ragionare sulle scelte per il nuovo palazzo della Regione; e infine vorrei ridiscutere delle agenzie regionali. In proposito siamo infatti in una situazione paradossale. Tutte le decisioni sono affidate al direttori delle agenzie, ma io non voglio più delegare le funzioni proprie della politica. Dico basta ad oscuri burocrati, peraltro ben retribuiti, che fanno politica. Il piano sanitario non può essere il prodotto di un burocrate».

Ma le scelte non sono in discussione..
«Invece d'ora in poi tutte dovranno essere discusse con i sette consiglieri dell'Udc: con gli assessori Silvestri e Copertino, naturalmente, ma anche con me con Cera, Greco, Mele e Magarelli. Perché non possiamo più ritrovarci in una situazione difficile come quella di San Marco in Lamis, dove Cera, che prende una barca di voti, si è trovato in difficoltà perché il piano ospedaliero non ha rispettato le indicazioni che lui aveva dato a quella comunità. Per far chiarezza una settimana fa ho dato mandato ad alcuni esperti di rivedere il piano ospedaliero. Non intendo più confrontarmi con Morlacco, che peraltro non è stato nemmeno scelto dagli elettori».

Ma da Fitto sì.
«Questo è irrilevante. E intollerabile che un burocrate come Morlacco si permetta di convocare una riunione cui partecipano anche importanti primari e poi non si presenta. Un tale abbrutimento di comportamenti èintollerablie».

Chi sono i tecnici che lei ha chiamato?
«Medici, giuristi, sociologi e politici, non pugliesi».

Il segretario del suo partito, Marco Follini, è stato informato di questa decisione?
«Naturalmente. Ma il nostro avversario non è Fitto, è sempre li centrosinistra. Non mettiamo il presidente sul banco degli imputati, né tanto meno ci mettiamo i nostri Silvestri e Copertino che stanno lavorando bene».

E un modo di interloquire?
«Finora si chiedeva con chi interloquire dell'Udc. Ora lo sa: con Mongiello e con me».

Non crede che la decisione sul comitato di esperti per il piano ospedaliero possa apparire a Fitto un affronto personale?
«Se pensasse questo significherebbe avere la coda di paglia. Io voglio discutere con un vecchio amico, entrambi siamo in Regione dal 1990».


 

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