ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: Prima Pagina   Pag.     )
Mercoledì 25 Giugno 2003

di FRACESCO FISTETTI

La coalizione fa i conti a metà percorso

SE IL GOVERNATORE DIVENTA BERSAGLIO

 


 

Le considerazioni sulla questione morale consegnate ieri dal sottosegretario Alfredo Mantovano nell'intervista al nostro giornale meritano di essere prese sul serio per più di una ragione. Anzitutto provengono da un uomo di governo istituzionalmente impegnato sul fronte della lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, in particolare sul terreno degli appalti pubblici nel mezzogiorno.

Si prèsume, quindi, che egli parli con cognizione di causa quando afferma che i valori dell'onestà e della trasparenza non sono per nulla valori obsoleti, ma più che mai validi nell'orientare il comportamento dei governanti. Mantovano si è riferito sia alla tangentopoli scoppiata al Comune di Bari (che ha portato agli arresti domiciliari del capogruppo di Fi Giuseppe Gonnella e di altri due consiglieri comunali di Fi e dell'Udc e di un ex-consigliere provinciale), sia all'episodio che ha visto l'assessore di Fi al Comune di Lecce Roberto Marti intrattenere rapporti compromettenti con un imprenditore locale in odore dimafia. Bersaglio della critica di Mantovano sono da un lato Salvatore Mazzaracchio, assessore regionale alla sanità e coordinatore regionale di Fi, e dall'altro la sua collega di An, la sindaca Adriana Poli Bortone.

Il primo con una punta di cinismo aveva dichiarato che l'imprenditore Lorenzo De Santis, per ottenere un diritto acquisito, avrebbe fatto meglio a rivolgersi ai partiti di maggioranza anziché ai giudici. La seconda, invece, ha deciso che Marti, proprio perché non risulta iscritto nel registro degli indagati, può essere tranquillamente reintegrato nel suo ufficio di assessore. Non c'è chi non veda che Mantovano ha ragione da vendere. Tanto più che la questione morale non riguarda solo il Polo, ma l'intera classe politica, non solo pugliese. Non per nulla egli fa allusione alle recenti indagini che la magistratura ha aperto sul conto di Antonino a Brindisi.. e al silenzio imbarazzato della sinistra e delle forze democratiche in questa città. Mantovano avrebbe potuto richiamare anche lo scandalo nella Asl di Taranto, e poi ancora quello delle mense al Policlinico di Bari.

Non c'è dubbio che in Puglia ci troviamo di fronte ad una situazione di grave allarme dal punto di vista dell'etica pubblica, e sottovalutare il fenomeno, con l'argomento che si tratta di qualcosa di fisiologico, sarebbe quanto meno irresponsabile. Ma sarebbe altrettanto ingenuo non scorgere nelle dichiarazioni di Mantovano una duplice critica. La prima, tutt'altro che velata, è diretta alla sindaca Poli Bortone.

E' un discorso domestico, giocato dentro An, ove la posta in palio è il tipo di partito da costruire: se omologato al modello aziendalistico e neooligarchico, che Domenico Fisichella denuncia nel suo ultimo libro come un trend politico generale, oppure se ispirato ad una tradLizione liberalconservatrice e ad un cattolicesimo neoinitegrista, come vorrebbe Mantovano.

Tuttavia, il bersaglio polemico principale di Mantovano non è la Poli, ma il giovane Fitto. A chi altri sono dirette parole acuminate come le seguenti «Io mi permetto di dire che l'onestà e la trasparena sono una cosa più importante della gestione di un Por o della gestione dei Po r»?

Fitto sulla questione morale non ha pronunciato una sola parola da quando si è snocciolata la lunga ed impressionante serie degli episodi inquietanti di governo clientelare della cosa pubblica. Alcuni hanno ironizzato che, più che alla questione morale, Fitto è sensibile alla «questione religiosa», nella stretta misura in cui quest'ultima si risolve nell'acquisizione del consenso: esempi lampanti sono il reclutamento dei cappellani negli ospedali e il problema, da lui posto da ultimo, delle «radici cristiane» della Puglia da inserire nel nuovo Statuto.

Mantovano fa bene ad incalzare il governatore sulla questione morale, ma sappia che non avrà mai una risposta definita. Tanto più che i valori della trasparenza e dell'onestà, invocati da Mantovano, non sono poi così incompatibili con il discorso sulla gestione dei Por. Almeno, se accettiamo la premessa che attraverso i Por passano, nei prossimi anni, le principali strategie dello sviluppo economico e della modernizzazione della regione Puglia.


 

vedi i precedenti interventi