L’intervento odierno del ministro dell’Interno in Commissione parlamentare antimafia è oggettivamente sconfortante. Nel corso dell’audizione ho domandato a Bianco le ragioni per le quali nell’ultimo decennio sono notevolmente e progressivamente diminuite le proposte dei questori di applicazione delle misure di prevenzione e in particolare di quelle patrimoniali: il sequestro e la confisca dei beni di origine illecita.

Il ministro ha risposto che effettivamente queste modalità di contrasto del crimine, a suo dire efficacissime, gli risulta essere in calo, e che riserva più ampie delucidazioni a un suo successivo intervento nella stessa Commissione. È incredibile! Un Ministro dell’Interno, che sbandiera lo spostamento da una zona all’altra del territorio nazionale di 1.900 unità di polizia quale rimedio infallibile contro il contrabbando poi ammette che i questori, che da lui dipendono, non attivano lo strumento principale per erodere il terreno e il sostegno finanziario alle organizzazioni criminali di ogni tipo. E dopo l’ammissione si guarda bene dall’adottare subito i provvedimenti conseguenti, ma si limita a rinviare il seguito alla prossima puntata.

È la conferma più autorevole che per il governo le "chiacchiere", per usare la terminologia di D’Alema, contano più della sostanza.