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SOTTOSEGRETARIO DI STATO
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Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione:  Oggi Italia       Pag.     )
Domenica 05 giugno 2005

da Roma Roberto I. Zanini

 

 Il presidente della Camera: «Scelta garantita dalla Costituzione. Su certi argomenti la coscienza prevale sull'appartenenza a un partito»


 

Da Roma

Dopo la presa di posizione di Marcello Pera in favore dell'astensione anche il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si è esprime a chiare lettere sulla crescente polemica referendaria. Duplice il suo messaggio: non andare a votare è legittimo ed è scelta «di coscienza, garantita dalla Costituzione e dalla legge».

Insomma, ribadisce Casini, la condotta di chi si astiene «forte delle sue ragioni ideali ha la stessa dignità di quella di chi a votare si recherà, decidendo secondo coscienza per il sì o per il no o depositando nell'urna una scheda bianca». Casini inoltre si schiera con coloro che ritengono di trovarsi di fronte a una fondamentale questione di coscienza e non a una scelta partitica o di schieramento. «Su una materia di tale rilevanza devono prevalere la prudenza e il senso di responsabilità. Ritorniamo allora al merito delle questioni, continuiamo a interrogare la nostra coscienza...».

Parole pesanti che si sommano a quelle pronunciate ieri da Franco Frattini e Roberto Castelli. Il vicepresidente della Commissione europea dice: «Credo che non andrò a votare». Il ministro leghista spiega: «Non voterò per far mancare il quorum. La mia è una scelta politica». Argomento sul quale torna anche l'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, secondo il quale «l'appello a non partecipare al voto è legittimo e doveroso. Se è facoltà per soli 500 mila cittadini promuovere un referendum abrogativo, la concezione limpidamente liberale e democratica deve consentire ad altri cittadini di non sentirsi obbligati a votare sì o no. Asteniamoci dunque per difendere la legge 40 e rilanciare una precisa scelta di valori».

Tiene banco il dibattito scatenato dalla dichiarazione di Francesco Rutelli per il non voto. Molti, nel centrodestra, solidarizzano. Nel centrosinistra si odono soprattutto parole di condanna. Severe e insofferenti, come quelle del diessino Lanfranco Turci, per il quale il leader della Margherita usa «argomenti triti e conservatori, con l'aggravante di essere un leader del centrosinistra». Parole sarcastiche come quelle dell'ex ministro Luigi Bersani: «Rutelli ha il diritto di pensare e dire quello che ritiene... Man mano che ci sono pronunciamenti così forti sull'astensione mi sembra che stia aumentando la voglia di andare a votare». Fassino si lascia andare a una battuta: «Rutelli è al mare? Anch'io ci sono. L'importante è dire cose giuste anche qua».

Nel centrosinistra c'è anche chi come l'Udeur, si schiera con Rutelli, cogliendo la sinistra su una delle sue più consuete idiosincrasie: «Non si capisce perché - si legge in una nota - il centrosinistra gioisca per le scelta di Fini in favore del sì e mostri tanta irritazione per l'indicazione personale data da Rutelli. L'ennesima demonizzazione: un male oscuro da cui la sinistra non riesce a guarire». Per Pannella se non c'è quorum «la colpa è di Prodi e Rutelli». Sul fronte opposto Pedrizzi solidarizza con Rutelli, mentre per Bondi e Mantovano, quella dell'ex sindaco di Roma è una scelta che pone interrogativi politici anche in vista della creazione del partito unico di centrodestra.


    

 

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