ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione:        Pag.     7)
Mercoledi 22 Giugno 2005

 

 

 

  Mantovano: per due anni la legge 40 non si tocca

Il sottosegretario contesta l'appello dei 110 medici a Ciampi: il giuramento di Ippocrate è a favore della vita. La linea di An? Serve coerenza con la nostra identità


 

Da Roma Pier Luigi Fornari

In marcia con il figlio da poco diciottenne sul Camino de Santiago, Alfredo Mantovano non rinuncia a tenersi informato sul dopo referendum italiano. Su cosa accade in An, dopo lo "strappo" di Gianfranco Fini. «Non riesco a capire bene – spiega il sottosegretario all’Interno – che cosa c’entri l’individuazione di un segretario o di un coordinatore con la coerenza con la nostra identità e i nostri contenuti».

Il problema da dove nasce?
Nasce dal fatto che il partito ha fatto dapprima la scelta della libertà di coscienza e poi è successo tutto quello che è successo. La scelta della libertà di coscienza, io l’ho contestata sin dall’inizio. Perché la libertà di coscienza è un comportamento che va riconosciuto a chi dissente dalla linea ufficiale, ma non può diventare la linea ufficiale quando è in gioco la vita umana.

Intanto 110 medici hanno lanciato a Ciampi un appello per modificare la legge 40.
I punti oggetto dei quesiti referendari certamente oggi non possono essere messi in discussione da nessuno. Lasciamo operare questa legge almeno per un paio di anni. Il ministro della Salute ha l’obbligo istituzionale di darne conto in Parlamento, questa sarà l’occasione per un dibattito ampio, sulla base di tutti i dati che saranno a disposizione.

Ma quali le ragioni dell’appello?
È quello che vorrei capire. C’è un dato che nessuno ha smentito e cioè che dal momento in cui la norma è entrata in vigore vi è stato un calo appena del 3% degli interventi di fecondazione artificiale. Una riduzione così limitata si spiega probabilmente con la cessazione di anomalie, come quelle delle mamme-nonne.

La deontologia, si dice, sconsiglia l’impianto obbligato di tre embrioni, per il rischio di una gravidanza plurigemellare.
Ma perizia, prudenza e diligenza, che vengono chiamate in causa in questo caso, non sono doti professionali che spuntano solo dopo che i tre embrioni sono stati realizzati. È all’inizio del procedimento che debbono entrare in gioco. È allora che, sulla base dell’esame preciso del caso concreto, si deve decidere se gli embrioni prodotti e quindi impiantati saranno uno o due. E non c’è nessuna imposizione a produrre tre embrioni.

E poi se gli ovociti sono di più è permesso crioconservarli.
Infatti gli oppositori della legge non menzionano mai questa importante procedura scoperta di recente.

E il giuramento di Ippocrate, richiamato nell’appello?
Il suo cardine è il rispetto integrale della vita umana, cioè della importantissima salute della donna, ma anche della vita del nascituro. I 110 minacciano di andare all’estero...
Se uno è così tormentato dal desiderio di espatriare, credo che sarà difficile trattenerlo. Segnalo, tuttavia, che ci sono degli imprenditori italiani che vanno in altre nazioni, nelle quali fanno lavorare gli operai il doppio di quanto consentito nel nostro Paese, li pagano meno, senza contributi. Ma nessuno pensa per questo di eliminare la nostra legislazione del lavoro.

Si dice che sarà la Corte Costituzionale a bocciare la legge 40...
La Consulta ha bloccato il quesito totalmente abrogativo e ha invece consentito quelli parziali, rinviandoli alla valutazione politica del corpo elettorale. E poi c’è stato il risultato del referendum. Questi due elementi dovrebbero indurre un po’ più di cautela negli oppositori della legge.

E in An cosa accadrà?
Formulo l’auspicio che ci sia una discussione seria sui contenuti. Dalla cronaca degli ultimi giorni sembra che sia più un problema di organigrammi, invece è un problema di identità e di contenuti. Dobbiamo essere coerenti con ciò che la destra è sempre stata anche quando non si chiamava An, con ciò che è scritto negli atti fondativi, con il comportamento seguito in Parlamento sulla legge 40.


    

 

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