ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione:    Pag. 5  )
Venerdì 12 luglio 2002

DA ROMA ROBERTA D'ANGELO

«Ma non c'è traccia di sanatoria»


Non c'è nulla della legge Fini-BOSSI condiviso dall'opposizione. Volano parole grosse, ma il sottosegretario agli In terni Alfredo Mantovano (An) sfoggia tranquillità e con flemma replica alle accuse.

Sta partendo una grande sanatoria?
Si tratta di qualcosa di radicalmente diverso da una sanatoria. La regolarizzazione contenuta nella legge approvata prevede la stesura di un contratto di lavoro, l'assenza di precedenti penali e, attraverso l'incrocio di dati, l'accertamento della permanenza dei rapporto di lavoro, perché a un anno di distanza bisogna rinnovare il permesso.

Non si corre il rischio di regolarizzazioni fittizie?
Con i paletti fissati non c'è rischio, perché ci saranno controlli nell'orario di lavoro, pena l'espulsione.

I piccoli imprenditori già protestano...
Già era stato votato alla Camera un ordine del giorno, che recepiva l'emendamento-Tabacci. Nel momento in cui la legge entrerà in vigore (nel giro di un mese, un mese e mezzo) ci sarà un decreto legge per la regolarizzazione dei lavoratori clandestini.

Regolarizzati, ma discriminati: le impronte digitali li renderanno "diversi".
Questo per chi considera le impronte digitali come qualcosa legato alla criminalità. Noi vogliamo evitare che un delinquente goda più volte dello stesso beneficio, con documenti diversi.

Resta una discriminazione.
C'è un impegno che il governo ha assunto perché entro la legislatura le impronte siano un requisito per il documento di identità anche del cittadino italiano.

Per come è impostata la legge, si lega la permanenza dell'immigrato al lavoro. Nulla si fa per integralo...
Avere un lavoro, una casa, una remunerazione vuol dire avere i requisiti di partenza per potersi integrare

Diventa quasi impossibile chiamare in Italia un lavoratore immigrato...
Se c'è l'esigenza di lavoratori stranieri, il datore di lavoro farà una richiesta nominativa o una richiesta numerica. Le prefetture italiane e le nostre rappresentanze diplomatiche si metteranno in contatto, e insieme stenderanno una bozza del contratto di lavoro

In tempi lunghi.
E più difficile esporre il meccanismo che metterlo in atto. I tempi saranno lunghi finché non sarà a regime.

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