ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Primo Piano       Pag.     )
Domenica 10 luglio 2005

(E. Gri.)

 

 

 Vigna getta la spugna sulla superprocura ma Mantovano rilancia sul supertribunale


 

Da Roma

Piero Luigi Vigna, procuratore nazionale antimafia, getta la spugna: di una superprocura antiterrorismo, afferma «è dal 1999 che ne parlo. Se ci pensavamo prima era meglio...ora non ci credo più e me ne disinteresso completamente». Lo scetticismo di Vigna salta fuori a seguito della proposta, rilanciata in questi giorni dal sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, di creare una superprocura nazionale che coordini indagini e tribunali distrettuali specializzati in lotta al terrorismo. Ma l'idea di Mantovano si spinge più in là.

«E' indispensabile - aggiunge - che un pm specializzato nella lotta al terrorismo abbia come interlocutore un giudice con analoghe caratteristiche per evitare le interpretazioni fantasiose che ci sono state negli ultimi tempi, come quelle di gip che hanno distinto tra guerriglia e terrorismo». In sintesi: non solo un procuratore che indaga, ma anche «un tribunale con sede distrettuale che si occupi di questo tipo di reato».

La battaglia portata avanti dal sottosegretario agli Interni si poggia, infatti, sull'idea che occorre «sapere chi è Bin Laden, come opera la sua organizzazione, bisogna conoscere il suo linguaggio», altrimenti, aggiunge Mantovano, «è come se un giudice affrontasse un processo alla mafia, senza sapere cos'è e come opera Cosa Nostra». Bisogna capire, è questa in pillole l'idea del sottosegretario, che nella lotta al terrorismo, non basta conoscere solo le norme, «ma la realtà oggettiva». A questa provocazione, Vigna risponde: «Il giudice si forma attraverso l'esperienza e poi bisognerebbe risolvere la questione di sottrarre certe indagini al giudice naturale e di ampliare gli organici dei tribunali distrettuali». Insomma, il capo del Dna, non ci crede proprio più.


    

 

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