ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Oggi Italia       Pag.     )
Mercoledi 23 novembre 2005

da Roma Pier Luigi Fornari

 

 

 Indagine sulla 194 «polemica a vuoto» Ma la sinistra attacca


 

Dalla Tunisia Silvio Berlusconi glissa in merito alla polemica scoppiata intorno alla proposta di un'indagine conoscitiva sulla applicazione della legge 194 avanzata dal segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. «È un problema interno di cui caso mai ne possiamo parlare a Roma», afferma il premier in una conferenza stampa a Tunisi. Sembra defilarsi anche il ministro leghista Roberto Calderoli: «Quando sento che certi temi, come l'aborto, entrano nella campagna elettorale mi viene voglia di essere anarchico». Ma tutta la CdL è compatta nel ribadire che nessuno vuole cambiare la legge. Inutile. Nella sinistra oramai è suonato l'allarme contro un presunto attacco alla libertà della donna, che coinvolge anche il segretario ds Piero Fassino.

L'iniziativa dell'indagine, alza il tiro il leader della Quercia, «ha già assunto toni strumentali e un significato inquisitorio e punitivo nei confronti di chi è chiamato ad applicare la legge». Fassino sembra aver dimenticato il regolamento parlamentare che espressamente prevede quanto chiesto dall'Udc. «Come le leggi vengono applicate - sentenzia - è responsabilità di chi opera sul campo e la politica non deve invadere campi che non le spettano».

Anche Fassino mostra di credere allo spauracchio di manipoli di "volontari integralisti" che invadano i consultori, quando il suggerimento avanzato anche dal ministro della Salute, Francesco Storace, è semmai quello di una presenza pluralista a servizio dell'attuazione della legge. Niente da fare adesso sarebbe a rischio «l'accoglienza, il rispetto, il clima sereno», da offrire alla donna nei consultori.

«Abbia almeno il coraggio di affermare apertamente che il suo apprezzamento non va a tutta la 194», risponde il sottosegretario Alfredo Mantovano di An, ricordando quanto prevede la legge sulla collaborazione dei volontari. Dalla reazione a senso unico della sinistra prende le distanze per la Margherita, Lapo Pistelli, ricordando che sull'aiuto alla vita previsto fin dal primo articolo «l'attenzione è stata molto minore». Pistelli, anche se ritiene che sulla applicazione della norma molti dati siano già disponibili, non si oppone all'uso degli «strumenti consentiti dal Parlamento».

Ma, intanto, il verde Alfonso Pecoraro Scanio accusa il ministro della Salute, Francesco Storace, di «fare campagna elettorale sulla pelle delle donne». «La proposta di seminare i consultori di volontari antiabortisti è indecente», butta benzina la diessina Gloria Buffo. Il compagno di partito, Giovanni Berlinguer, vede «propagandisti per i quali l'aborto è un omicidio confrontarsi con donne che soffrono». Un'altra diessina, Anna Finocchiaro, paventa che l'iniziativa del ministro Storace porti «sul tavolo delle mammane le immigrate e le povere». Per il Pdci Luca Robotti parla di «vergogna nazionale».

Non mancano le motivazioni dunque a Cesa per puntare il dito contro «la grande mistificazione» operata dalla sinistra e anche dalla «ministra Prestigiacomo», perché l'intenzione, come già anticipato, non è modificare la legge. «Vogliamo solo sapere - spiega il segretario dell'Udc - come lavorano i consultori. Secondo noi ci vorrebbe maggiore professionalità. Vorremmo che nei consultori ci fossero professionisti dell'accoglienza, non certo le guardie svizzere, che diano consigli alle donne». Per l'azzurro Angelo Sanza, si dovrebbe aumentare il numero dei bambini già salvati dal Movimento per la Vita, «con la presenza di volontari nei consultori, senza criminalizzare chi, per motivi diversi, sceglie invece l'aborto».

Il ministro Storace cerca di diradare il polverone delle polemiche. «Chiediamo chiarezza e non bla-bla propagandistici sulla legge 194», scrive sul suo sito. ll ministero, assicura in una dichiarazione, «si sta muovendo su un binario scientifico, a tutela della salute della donna, con i quesiti che stiamo per porre al Consiglio superiore di Sanità; e su un binario istituzionale, con la proposta che stiamo per inviare alle Regioni, per la corretta applicazione dei primi cinque articoli della legge. Altro non c'è: perché si polemizza a vuoto». Dunque non si deve cadere «nella trappola propagandistica di quell'estremismo che, falsificando la realtà, ci attribuisce la volontà di modificare la legge 194». «Una pietra tombale sulle polemiche», commenta Alessandra Mussolini. Non si tranquillizza invece la Prestigiacomo ancora «perplessa» sulla proposta di indagine parlamentare.


    

 

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