ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su Avvenire
(Sezione: Primo Piano       Pag.     )
Martedi 14 Giugno 2005

 

 

  chi piange


 

da Roma Michela Gambillara

Alla fine, hanno vinto la vita, il buonsenso, la società civile. È questa la convinzione trasversale dei politici "pro legge 40" sulla mancanza del raggiungimento del quorum al refererendum sulla fecondazione assistita. Un concerto di giudizi che attraversa in effetti gli schieramenti, come dimostra Francesco Rutelli. «Una grande prova di buon senso degli italiani. Provo un rispetto sincero per chi ha votato sì, ma si conferma l'errore di avere organizzato referendum che radicalizzano» commenta infatti il leader della Margherita Francesco Rutelli. «Questa vittoria vale ancora di più perchè è assolutamente scevra da qualsiasi altra situazione che non sia la vera e propria presa di coscienza degli italiani», sottolinea anche IsabellaBertolini, vicecapogruppo di Fi alla Camera. E dallo stesso partito concordano il coordinatore siciliano di Forza Italia, Angelino Alfano e l'assessore regionale ai Beni Culturali, Alessandro Pagano, (esponenti del movimento «Scienza e Vita»), Maurizio Lupi, promotore del Comitato "Non votare", Osvaldo Napoli (vice responsabile Enti locali e membro del direttivo alla Camera ), Antonio Tajani (presidente dei deputati europei e vicepresidente PPe) e il sottosegretario alla Giustizia Jole Santelli.

«Una sfida culturale, prima che politica - sostiene Alfredo Mantovano di An - che punta a riconoscere che in ciascuna attività c'è un limite etico, non imposto dall'esterno, costituito dal rispetto per l'esistenza di ogni essere umano». «Spero che questo referendum sia il segnale di un vero cambiamento della società italiana sul terreno dei valori» sostiene sempre da Alleanza nazionale Maurizio Gasparri. «C'è un'Italia profonda di cattolici e laici che credono nel valore della sacralità della vita» fanno eco i compagni di partito Carmelo Briguglio, della segreteria politica, Angelo Sanza, Pietro Armani, della commissione Ambiente e Publio Fiori.

«Un risultato positivo, di buon senso, moderato. Non era e non è uno scontro tra civiltà». Così il leader dell'Udc, Marco Follini, commenta il risultato del referendum. «L'unità sui valori cattolici e l'impegno generoso di laici che hanno rifiutatao lacultura del ninchilismo sono stati premiati» sostiene il ministro per i Beni Culturali Rocco Buttiglione. «Ha vinto il Parlamento» aggiunge il ministro per il Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi - grazie al popolo italiano, sia laici che cattolici, che hanno confermato una legge dello Stato». È d'accordo con lui Luca Volontè. «Abbiamo dato un senso al diritto della vita» aggiunge Corrado Danzi, vicepresidente della commissione Sanità del Senato.

«Il tema della vita è entrato nel vissuto degli italiani e la salute delle donne e la scienza al servizio dell'uomo non sono argomenti da referendum» sostiene Sandra Cioffi dell'Udeur. Concordano i governatori della Lombardia Renato Formigoni e della Sicilia Salvatore Cuffaro: «È stata sconfitta una visione ideologica e ha vinto quella autentica dello spirito scientifico, della ricerca, della medicina», commenta il primo. «Ci sono ragioni morali, giuridiche e scientifiche radicate nel patrimonio ideale al quale la grandissima maggioranza del popolo italiano continua a riferirsi», osserva il secondo.

Dal versante dello schieramento di centrosinistra, oltre a Rutelli, anche il vicesindaco di Roma Mariapia Garavaglia ritiene che il risultato «dà ragione a chi ha proposto un'astensione attiva e seria». Mentre per Patrizia Toia, europarlamentare dl, «con questa "astensione consapevole" i cittadini, e sia ben chiaro non solo i cattolici, hanno voluto lanciare alcuni messaggi forti e chiari» e «innanzitutto hanno capito che era in gioco la vita».

Piero Fassino
Secondo il segretario dei Ds parte della colpa della sconfitta va imputata «al logoramento dell'istituto referendario, che negli ultimi anni non è riuscito a centrare il quorum. Ora avvertiamo l'assoluta responsabilità di realizzare i cambiamenti necessari alla legge e per questo ci batteremo in Parlamento».

Enrico Boselli
«C'è il grave rischio - afferma il presidente dello Sdi - che forze regressive, che si sperava di aver sconfitto definitivamente, possano rimettere in discussione leggi come l'aborto... In Italia si sono ripresentati sulla scena della politica cattolici in quanto tali e a destra come a sinistra si possono costituire avamposti di possibili crociate delle massime gerarchie ecclesiastiche».

Alfonso Pecoraro Scanio
«La legge 40 - dice il leader dei Verdi - è una brutta legge e va rivista. Non ha vinto il no, quindi può essere cambiata. La battaglia deve continuare in Parlamento. Si devono ascoltare quei milioni di cittadini che hanno espresso il loro parere, anche se il quorum non è stato raggiunto. Nessuno, poi, pensi di aggredire la legge 194 sull'aborto».

Fausto Bertinotti
Il segretario del Prc non ha dubbi: «È una sconfitta cocente. Inutile nascondersi dietro vuoti giri di parole. I referendum sono stati respinti dall'ondata astensionistica gravemente alimentata dalla Chiesa».


    

 

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