ROMA «Mi auguro che i responsabili dell'asilo di Samone si rendano conto dell'errore compiuto evi pongano rimedio». Così dice il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu intervenendo sul caso di Fatima Mouyache, la donna marocchina a cui è stato vietato uno stage in un nido privato a causa della volontà di indossare il velo anche in classe. «La stessa civilissima compostezza della signora - prosegue il ministro in una dichiarazione rilasciata a Repubblica - dimostra quanto siano ingiuste le proteste e le conseguenti decisioni che le hanno impedito di fare il tirocinio come maestra d'asilo. Il velo islamico, portato dignitosamente e senza nessuna ostentazione, è soltanto il simbolo innocuo di una identità culturale e religiosa che merita tutto il nostro rispetto».

Sono parole chiare, quelle che arrivano dal Viminale. Che confermano la linea del dialogo con l'Islam moderato più volte invocata dal ministro. E che soprattutto arginano una polemica nata in unpiccolissimo centro a pochi chilometri da Ivrea ma a forte rischio di straripamento. Ma a difendere la decisione dei responsabili della cooperativa Miele&CriCri resta adesso la sola Lega Nord: «Noi abbiamo il dovere di difendere il diritto ad edu care i nostri figli in accordo con le nostre tradizioni», spiega la responsabile per le politiche sociali Francesca Martini. «In Italia, purtroppo, siamo troppo spesso spettatori di veri e propri tentativi da parte delle popolazioni di immigrati di imporre le loro regole e non possiamo accettarlo».

Posizione, quella dei leghisti, ormai isolata. «Il velo non pone né dovrebbe porre problemi o tantomeno essere causa di ingiustificate discriminazioni», afferma il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. Il sottosegretario al Welfare Grazia Sestini aggiunge: «Dobbiamo capire che viviamo in una società multietnica e questi casi non devono de stare scalpore. Ho letto che i bambini sarebbero spaventati dal velo. Questo è molto grave perché magari quei bimbi hanno compagni musulmani in classe. Spaventarsi non ha senso».

L'opposizione, intanto, chiede che il caso si chiuda con il reintegro di Fatima. Magari su provvedimento del ministro dell'Istruzione, se la cooperativa che gestisce il nido non dovesse fare marcia indietro. Interrogazioni in questo senso sono state presentate da Rifondazione e dalla deputata Verde Luana Zanella. Che se la prende anche con gliinsegnanti di Samone: «Quelli che hanno giustificato il provvedimento con la paura dei bimbi sono senz'altro cattivi maestri».