ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su La Padania
(Sezione:        Pag.     )
sabato 16 luglio 2005

 

 

  

 A Roma un solido fronte a favore


 

Roma - Schengen, ossia il nuovo idolo politico. Così parrebbe a leggere le dichiarazioni di millanta politici di varia estrazione, che unanimi levano alti gli scudi a difesa della libera circolazione tra i paesi europei. E se non può far mancare la sua cristallina voce Romano Prodi, seguito in questo dalla sinistra - e ancora lo si capisce - sorprende forse un po’ di più trovare in loro compagnia tanti esponenti della Cdl.

«La decisione della Francia di sospendere gli accordi di Schengen chiudendo, di fatto, le proprie frontiere agli extracomunitari, è sorprendente», affermava ieri il ministro per le Politiche comunitarie Giorgio La Malfa, che non considera questa iniziativa risolutiva: «I terroristi - spiegava in un’intervista il leader del Pri - non si presentano alla frontiera con il passaporto in mano. In genere già si annidano sul territorio, come abbiamo visto in Gran Bretagna e in Spagna». Una scelta inutile e «figlia del panico», gli faceva eco in un’altra intervista il presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione del Trattato di Schengen Alberto Di Luca (Forza Italia), commentando la decisione dell’Eliseo sulla chiusura delle frontiere. E aggiungeva (profetico?): «Il nostro Paese non sospenderà l’accordo, anche perchè sarebbe abbastanza inutile».

Meno scandalizzato ma ugualmente contrario alla sospensione dell’accordo di Schengen il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. «Imitare Parigi sarebbe segno di debolezza», sostiene in una intervista Mantovano, che auspica «più controlli, ma dentro i confini».

In campo “avverso”, immancabile la paciosa ma seriosa bonomia di Prodi. «La conquista di una libertà di circolazione è grandissima e dobbiamo avere buon senso», ammoniva ieri il leader dell’Unione. «È capitata questa tragedia in Gran Bretagna che non solo è fuori da Schengen ma è anche uno dei Paesi meglio custoditi di tutti», aggiungeva Prodi facendo notare come, pur essendo la Gran Bretagna uno dei Paesi con i migliori Servizi di sicurezza, lì comunque il terrorismo abbia potuto colpire. Quindi, proprio per questo, Prodi sottolinea che «dobbiamo mettere tutte le precauzioni, tutto quello che è necessario, ma non crediate che la sicurezza la si conquisti soltanto facendo la guardia a noi e al territorio». Tornando al centrodestra, con Prodi (e con Pisanu) si schiera Antonio Tajani, capogruppo di Fi a Strasburgo, per il quale «dobbiamo dimostrare di essere una società capace di affrontare le emergenze senza perdere la testa». «Le misure proposte da Pisanu - assicura l’esponente azzurro - sono sufficienti per affrontare l’impegno contro il terrorismo. Poi, naturalmente, il governo valuterà il da farsi.Personalmente, condivido la posizione di Pisanu».

E dall’opposizione ecco la voce di Antonio Di Pietro: «Più che sospendere gli accordi di Schengen, la lotta al terrorismo va implementata con interventi mirati di polizia e previa ampia attività di intelligence che anche nel nostro Paese deve essere rafforzata nei mezzi, nelle strutture e nell operatività logistica».


    

 

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