Venerdi 09 giugno 2006
Primo Piano

 

Rutelli: c'era bisogno di un segnale all'estremismo

Plauso unanime dal mondo politico italiano per l’operazione che ha portato all’uccisione di Zarqawi. Il ministro della Difesa Arturo Parisi ha espresso il suo compiacimento «per l’azione della coalizione che contribuisce certamente in maniera assai significativa alla lotta contro il terrorismo internazionale». Per il vice presidente del Consiglio Francesco Rutelli «c’era bisogno di dare, da parte di chi si oppone e combatte il terrorismo fondamentalista, dei segni, delle prove di forze e di efficacia. Avere dato, da parte delle autorità irachene, questo tipo di messaggio aiuta coloro che vogliono sconfiggere il cancro dell’islamismo fondamentalista e la violenza assurda». L’uccisione di Zarqawi «dimostra che il terrorismo non è invincibile, come vuole presentarsi» ha detto il segretario dei Ds Piero Fassino. «Anche noi italiani dobbiamo essere orgogliosi perchè il nostro concreto sacrificio non è stato inutile, nè vano. Confido che il nuovo governo non vorrà disperdere il lavoro fatto, perchè i nostri militari lavorano per la pace e la serenità di queste aree martoriate»: queste le parole che Pier Ferdinando Casini ha rivolto ai parlamentari Usa in occasione della sua visita al Congresso americano. «L’eliminazione del principale esponente di al-Quaeda operante in Iraq conferma che la presenza della forza multinazionale non costituisce esercito di occupazione impegnato in guerra, ma elemento in questo momento insostituibile nella lotta al terrorismo di matrice islamica» è il commento di Alfredo Mantovano, di An.

Infine Franco Giordano, segretario di Rifondazione: «La nostra lotta al terrorismo è comunque fuori discussione ed è importante che una personalità significativa sia stata fermata».