ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Tirreno Martedì 21 maggio 2002




 

L'ira del sottosegretario sui fratelli Verbaro «Chiedono benefici esosi, gli togliamo la scorta»


PRATO. Il lavoro della commissione per la definizione dei programmi di protezione per i collaboratori e testimoni di giustizia, che «comincia a produrre un incremento degli ingressi dei testimoni e dei programmi di protezione, incontra l'ovvio limite dell'applicazione della legge e del più elementare buon senso. Limite che nessuna protesta consentirà di oltrepassare». Il sottosegretario all'Interno e presidente della commissione Alfredo Mantovano (An) commenta così la protesta di alcuni testimoni di giustizia e spiega, caso per caso, le ragioni che hanno spinto la commissione a cambiare parere sul loro conto. Si tratta dell'imprenditore calabrese Giuseppe Verbaro, che nel 1997 aveva denunciato le estorsioni subite da parte di alcuni componenti del clan Labate; del fratello Domenico e di Giuseppe Carini, uno dei testi chiave del processo contro i fratelli Graviano per l'uccisione di padre Puglisi che venerdì scorso hanno cominciato uno sciopero della fame a Prato. Il fratelli Giuseppe e Domenico Verbaro, spiega Mantovano in una nota, «sono stati estromessi dal programma di protezione, applicato nel '97, con una decisione adottata nell'aprile di quest'anno dalla commissione su parere conforme della direzione nazionale antimafia». Il provvedimento, assicura il sottosegretario, «è motivato per l'atteggiamento tenuto dai fratelli di costante e violenta ostilità nei confronti del personale destinato alla loro protezione e per le ripetute richieste di entrambi di esosi benefici in denaro, di alloggi in alberghi di lusso, di macchine blindate e di posti di lavoro per sè e per i familiari». Comportamenti che, prosegue, «hanno compromesso ogni possibilità di protezione perchè i due fratelli hanno spesso utilizzato le loro generalità, invece di quelle di copertura, hanno rilasciato interviste a mass media anche locali, facendo facilmente risalire alla località protetta e hanno inscenato proteste fino a giungere, come ha fatto Giuseppe Verbaro, a barricarsi all'interno della prefettura di Prato, a spargere di carburante il pavimento e a tentare di darsi fuoco (a seguito di ciò è stato condannato a 9 mesi di reclusione)». Mantovano ricorda inoltre che i Verbaro hanno fruito di un contributo del commissario antiracket e antiusura pari a lire 655.671.090.

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