ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:        Pag.    )
Venerdì 8 ottobre 2004

di LETIZIA FLORENO

 

 

 L’addio dei colleghi al poliziotto ucciso

Una lettera mette in luce le doti umane e professionali della vittima della strada


 

ROMA — La bara portata dai colleghi della polizia stradale di Aprilia è stata accolta in una chiesa gremita di familiari, amici e colleghi del sovrintendente che si sono stretti intorno alla moglie e ai figli ai Palombi. In prima fila le autorità hanno partecipato al rito funebre concelebrato da sei sacerdoti, tra cui, oltre al cappellano della polizia, anche don Massimo Lapponi, dell'abbazia di Farfa, che in passato ha conosciuto la famiglia del poliziotto ucciso. Dopo la proclamazione del Vangelo delle beatitudini e al termine dell'omelia, è stata letta da un agente della polstrada la preghiera di San Michele Arcangelo, patrono della polizia. Poi è stato suonato il "silenzio" ed è stata letta una lettera scritta dal vicequestore Bruno Agnifili, comandante della Polizia stradale di Latina che conosceva Mario Palombi e dirigeva il reparto di cui faceva parte.

«Siamo qui con la tua famiglia - è scritto nella lettera - con tua moglie e i tuoi figli, e con la famiglia dei tanti compagni di servizio. Siamo qui riuniti stretti intorno al dolore per la tua scomparsa. Siamo piombati in un incubo dopo che quell'auto impazzita ti ha travolto e non riusciamo proprio a rassegnarci. Vedo i visi straziati dei tuoi familiari ai quali questa volta non sono riuscito a restituirti dopo l'ennesimo turno di servizio. Gli sguardi dei tuoi colleghi mi dicono: come potremo andare avanti senza di te? Tu che hai compiuto il tuo servizio così naturalmente, sempre disponibile, indomito, fiero di appartenere al nostro Corpo. Tanta la vicinanza d'affetto e di solidarietà della gente che ci dice grazie - continua ancora la lettera - oggi questo grazie lo dobbiamo dire a te. Veglia sulla tua famiglia come hai sempre fatto. Per noi tutti continuerai ad essere qui con il tuo toscanello fra le dita. Ti salutiamo, ciao». Un lungo applauso ha rotto il silenzio nella chiesa al termine della lettera. Una chiesa riempita dai colori delle tante corone e dei tanti cuscini di fiori dedicati a Mario dalla famiglia ma anche dalle autorità. Accanto alla bara, due cuscini di fiori, quello della moglie e dei figli e quello della mamma, del fratello e della sorella del sovrintendente. Alla cerimonia presenti il ministro Pisanu e il sottosegretario Mantovano oltre al capo della polizia De Gennaro. Appoggiate ad una parete della chiesa, le corone del ministro dell'Interno e del capo della polizia. Fuori la chiesa i fiori mandati dal sindaco di Roma, Walter Veltroni, quelli del presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, ancora rose e margherite dei colleghi della polizia stradale di Roma Sud, dei colleghi di Albano, Anzio, Latina e Terracina e poi quelle del Siulp della provincia di Latina e Formia.

Nella chiesa anche gli stendardi della Regione Lazio, del Comune di Aprilia e dell'Associazione nazionale della Polizia di Stato. Al termine dei funerali il feretro è stato scortato ad Aprilia da quattro motociclisti della polizia e da vetture delle forze dell'ordine. Presenti alla cerimonia anche il sindaco di Aprilia, Pompeo Paolo Verzili, l'assessore capitolino alle Politiche della sicurezza, Liliana Ferraro, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Domenico Riccio, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Riccardo Amato, il direttore del servizio della polizia stradale, Domenico Mazzilli, e il direttore centrale delle specialità, prefetto Pasquale Piscitelli. Ad Aprilia, in forma privata, l’addio dei familiari e dei parenti.


    

 

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