ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:  POLITICA       Pag.     )
sabato 3 giugno 2006

di GIANNI DI CAPUA

 

 

 Via a indulto e amnistia, sì del governo
L’annuncio del guardasigilli. Cauto il collega Di Pietro: «Attenzione a non favorire i furbi»
Mastella nel penitenziario romano di Regina Coeli: «Bisogna umanizzare le carceri. Sovraffollamento intollerabile»


 

IL MINISTRO della Giustizia, Clemente Mastella, promuoverà un provvedimento di amnistia e di indulto «quando il parlamento sarà nel pieno delle sue funzioni con l'istituzioni delle commissioni parlamentari».

Il Guardasigilli lo ha annunciato ai detenuti di Regina Coeli, ai quali ha fatto visita ieri pomeriggio in occasione della festa della Repubblica e della lettura delle lettere dal carcere di Alcide De Gasperi. E nel pomeriggio palazzo Chigi conferma: «Rispecchia la linea che il premier Romano Prodi ha concordato con Clemente Mastella». La notizia gonfia di gioia gli animi dei detenuti: nella rotonda del carcere romano accolgono Mastella, il senatore Andreotti, la figlia di Alcide De Gasperi, i vertici del Dap con il tricolore al collo. Applausi ripetuti e scroscianti per Andreotti e per il Guardasigilli, e una bandiera tricolore viene srotolata con sopra una scritta inequivocabile: «Amnistia e indulto». «So che da me vi aspettate parole - esordisce Mastella - vi parlo con molta sincerità. L'amnistia non è un atto mio solitario. Fosse stato così l'avrei già fatto. Evidentemente posso promuoverlo e lo faro. Se finora non l'ho fatto è perchè serve la pienezza delle commissioni parlamentari». L'urgenza, però esiste - perchè - fa notare il Guardasigilli «bisogna umanizzare le carceri il cui sovraffollamento ha raggiunto l'intollerabile. Che la popolazione carceraria sia eccedente - aggiunge - è un fatto su ciò non si può far finta di nulla».

Mastella, però, invita i detenuti a «fermare gli entusiasmi»: «Proporrò l'amnistia e l'indulto - dice - ma nessuno ipotechi il tempo necessario. L'impegno c'è - aggiunge - applaudite dopo che il provvedimento di clemenza verrà varato». Mastella non manca di far notare come anche da parte dell'opposizione ci sia stata apertura sul fronte dell'amnistia e dell' indulto: «Ci muoveremo sul piano parlamentare - dice rivolgendosi ai detenuti - la mia volontà c'è. Bisogna fare qualcosa di diverso da quello che non si è fatto in passato. Bisogna trovare il rinnovato elemento di unità nella diversità: unità per l'amnistia e l'indulto e diversità come distinzione nell' azione politica». Mentre Mastella prende la parola, un centinaio di detenuti nella rotonda del carcere romano si alzano in piedi e applaudono. Il primo riconoscimento il Guardasigilli lo indirizza al senatore a vita Giulio Andreotti, che - ricorda Mastella - è stato colui che lo ha esortato ad assumere l'incarico di ministro della Giustizia. Mastella ricorda la visita storica che Papa Giovanni Paolo II fece nel carcere romano, nel luglio 2000, e anche la richiesta di Papa Wojtyla al Parlamento di un provvedimento di amnistia e indulto: «Ci siamo emozionati in Parlamento a quel richiamo ma quell'emozione è caduta nel vuoto, svanendo nei rapporti politici antagonisti».

Richiamandosi a Moro e a Gonnella, Mastella ritiene necessario recuperare i valori laici senza abbandonare una visione cristiana. Ecco perchè - conclude - «bisogna fare qualcosa, bisogna umanizzare le carceri». Cauti i colleghi del governo. Per il ministro delle Infrastutture, Antonio Di Pietro, «pensare di risolvere il problema delle carceri e dell'inefficienza del sistema della giustizia con l'amnistia, come ha fatto il collega Mastella, è un palliativo che rinvia ma non risolve il problema. L'amnistia - aggiunge - è sempre un atto di resa e una dichiarazione di impotenza dello Stato. Sarebbe una sorta di condono, con il quale il governo, per risolvere problemi contingenti, tra cui quello gravissimo del sovraffollamento delle carceri, fa in realtà gli interessi dei più furbi».

Tiepide le reazioni dell’opposizione. Il vice coordinatore nazionale di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, lo definisce «un atto di umanità, di equità e di pacificazione ideale e sociale». L’ex ministro Udc, Carlo Giovanardi, si dice favorevole, «non per fatti di sangue, ma perché è nel segno del messaggio che lanciò Giovanni Paolo II». Duro invece il leghista Roberto Calderoli, contrario al provvedimento e critico del modo di procedere dell’esecutivo. Sardonico invece l’ex sottosegretario all’Interno, Mantovano: «Mastella vuole fare il ministro occupandosi solo di grazia».


    

 

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