ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:     Pag.     )
Martedì 29 ottobre 2002




«Immigrati, l’Ue deve aiutarci»

Mantovano: i nostri 260 milioni non bastano. Collaborazione con l’Est
Alla Conferenza di Lubiana il sottosegretario chiede più fondi comunitari


 

LUBIANA — Per la lotta all’immigrazione clandestina servono «strumenti adeguati e investimenti che l'Unione Europea non può fare mancare». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano intervenendo alla seconda Conferenza internazionale dei ministri dell'Interno a Lubiana.

Il sottosegretario ha spiegato che l'Italia nel 2003 investirà per il contrasto dell’immigrazione clandestina 260 milioni di euro, tra quelli previsti in Finanziaria e quelli inseriti nella Bossi-Fini. «Ma è una somma insufficiente — ha sottolineato — per far fronte a tutte le necessità che la lotta all'immigrazione clandestina comporta. L'Italia non può essere lasciata sola nel controllo di una frontiera così estesa che nella maggior parte dei casi rientra in Schengen». Se si considera poi, ha proseguito il sottosegretario, che «l'impegno complessivo dell'Unione Europea è di 340 milioni di euro, se lo si paragona con quello di un solo paese come l'Italia (260 milioni di euro) non si può che commentare che attendevamo qualcosa di più».

Alla Conferenza è stata firmata una dichiarazione di intenti per una maggiore collaborazione tra le diverse polizie, l'armonizzazione delle leggi sull'immigrazione e interventi mirati ad evitare l'abuso del ricorso alle richieste di asilo politico, sottoscritta, oltre che dall'Italia, da Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Ungheria, Jugoslavia, Austria, Bulgaria, Romania e Slovenia che hanno puntato l'accento sulla cooperazione bloccare l'immigrazione clandestina e la criminalità ad essa collegata.

Il Canale di Sicilia è il «punto critico» per l'Italia nel contrasto all'immigrazione clandestina, ha aggiunto Mantovano. «Si sta lavorando con le autorità tunisine e della Libia per raggiungere gli stessi livelli di collaborazione conseguiti con altri paesi di provenienza degli immigrati clandestini. È però significativo che le organizzazioni criminali che gestiscono i traffici di clandestini mutino rapidamente le rotte in corrispondenza della più intensa collaborazione tra le forze di polizie».

Del resto, i dati forniti dal sottosegretario «per individuare con maggiore efficacia il cambiamento delle rotte» parlano chiaro: dal 1° gennaio al 30 settembre 2002 sono sbarcati in Puglia 3.337 clandestini (erano 7.258 nei primi 9 mesi del 2001); in Calabria nei primi 9 mesi del 2002 sono sbarcati 1.762 clandestini (4.924 nello stesso periodo del 2001). Sbarchi dunque in calo con un’unica eccezione: le coste siciliane, dove si è passati dai 2.047 sbarchi del 2000, ai 3.329 del 2001, fino ai 12.989 del 2002.

La notte scorsa, intanto, 17 clandestini sono stati bloccati a Pantelleria dai carabinieri, in due distinte località, subito dopo essere sbarcati sull'isola. I militari hanno arrestato i due scafisti, un marocchino e un tunisino.
Grazie a un poliziotto infiltrato che parla correttamente croato, invece, la polizia di Trieste ha smantellato un'organizzazione criminale straniera dedita all'introduzione di centinaia di extracomunitari clandestini in Italia. Tre cittadini jugoslavi sono stati arrestati, altri due denunciati.


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