ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:        Pag.     )
venerdì 27 gennaio 2006

 

 

  

 Sì del Senato. È stata inserita nel decreto per le Olimpiadi




 

MAI così divisi su una legge, come su quella sulla droga, varata dal Senato con la fiducia sul decreto per le Olimpiadi di Torino. Per la Cdl, che esulta a cominciare da An, è una svolta, un cambiamento epocale; per l'opposizione un vero e proprio dramma politico-sociale; per gli antiproibizionisti una svolta del tutto repressiva («Non ci sono più le libertà personali», dice la Bonino); per molte comunità cattoliche una legge lontana dalla realtà. La Cdl incassa, con sicurezza, il sì di Palazzo Madama al decreto su Torino 2006 a cui è stato aggiunto, spiega per il governo Carlo Giovanardi, quella parte della legge sulla droga che si poteva realizzare nei tempi brevi ancora disponibili.

Di fatto la mano dura, in alcuni casi durissima, cala su tutto l'ampio spettro del fenomeno della tossicodipendenza con pene che vanno da un minimo di 6 ad un massimo di 20 anni per gli spacciatori e da 26 mila a 260 mila euro di multa, senza sostanziali distinzioni tra il consumo di droghe leggere e pesanti; e con una serie di sanzioni amministrative come la sospensione della patente o del passaporto. Tra l'altro, per il recupero dei tossicodipendenti, le strutture private vengono equiparate a quelle pubbliche. Unico spiraglio ancora aperto sul vero e proprio - e questa volta giustificato nella definizione «giro di vite» - è la questione della definizione della quantità di droga utile a definire l'uso privato che è rinviato ad un successivo decreto. Il governo, nessuna macelleria.

Si vogliono colpire gli spacciatore, non i tossicodipendenti, non c'è nessun atto di macelleria, dice Giovanardi. Le nuove norme sono il frutto del contributo di operatori laici e cattolici. Abbiamo atteso tre anni allo scopo di avere un quadro chiaro e compiuto alle misure da adottare. C'è una differenza sostanziale, anche nella gradualità delle misure da adottare, tra uso personale e spaccio il principio generale è che anche gli spinelli sono una droga. Le misure amministrative saranno più stringenti per i recidivi. CDL, è una nostra vittoria. Esulta la Cdl per una legge che la qualifica politicamente, come dice An. «Non si tratta di un provvedimento repressivo se non per quello che riguarda lo spaccio - dice Gianfranco Fini, il padre del ddl varato a suo tempo dal governo - L'emendamento è semplice: non esiste il diritto di drogarsi. È innegabile che chi assume delle sostanze stupefacenti crea dei danni è che lo Stato sanzioni il consumo personale».

Tutta An sottolinea con grande enfasi il risultato: Alfredo Mantovano («cade l'ipocrisia tra droga leggera e pesante»), Maurizio Gasparri («è una svolta storica») e Domenico Nania («provvedimento che qualifica la presenza della destra»). Ma anche l'Udc condivide pienamente gli obiettivi. Francesco D'Onofrio sottolinea che in questo caso come negli altri vince sempre la «cultura dell'essere»: «Siamo contro la cultura dell'avere che talvolta si ammanta di buonismo distinguendo tra droghe leggere e pesanti». Mentre l'unica voce contraria della Cdl viene dai Riformatori Liberali Dalla Vedova e Palma, che censurano la «svolta antigarantista» del centrodestra. Unione, sarà un dramma sociale.

Dall'opposizione viene un pronostico: si innescherà un vero e proprio dramma sociale. L'Unione prepara battaglia alla Camera perchè questa legge è «ingiusta e autoritaria», come dicono i Ds, o rappresenta semplicemente «vergogna e scempio della civiltà», come aggiungono i Verdi. Bertinotti sottolinea che è stato scandaloso inserire questo provvedimento nel decreto che finanzia le Olimpiadi; governo e la maggioranza hanno fatto «strage di regole e procedure», ammonisce la Margherita. Antiproibizionisti, non ci sono più libertà personali. «Ormai in Italia c'è una situazione in cui non ci sono più libertà personali: per farsi uno spinello bisogna andare in Olanda, per abortire con la RU486 bisogna andare in Svezia, per i Pacs in Francia, per la procreazione assistita in Spagna e per esercitare la ricerca in America. Viene da chiedersi se in Italia è rimasta la libertà di respirarè...», dice Emma Bonino, riassumendo le critiche che vengono dal mondo antiproibizionista.


    

 

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