ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
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domenica 25 luglio 2004

F. D. O.

 

 C’È Gennaro Malgieri e c’è il portavoce del partito Mario Landolfi.


 

C’è anche Andrea Ronchi, il Gianni Letta di Fini. E Publio Fiori. E il viceministro dell’Economia Mario Baldassarri con il capogruppo alla Camera Gianfranco Aneddda. E Alfredo Mantovano. E persino Teodoro Buontempo. C’è, per la prima volta a una convention di corrente, anche Giuseppe Consolo: «Ma non mi avete mai invitato», si giustifica. Compare Giulio Conti, ex sociale. Sono i non allineati, i finiani doc, gli indipendenti. Gianfranco Fini li ha schierati tutti al fianco di Destra protagonista, la componente di maggioranza di Gasparri e La Russa, in difficoltà vista la saldatura tra le altre due correnti di An, Destra sociale e Nuova alleanza. Primo obiettivo: frenare le esasperazioni delle fazioni interne. Tanto che Landolfi dice: «La correnti stanno ad An come i partiti stanno alla democrazia. Ma devono servire a progettare, a far politica. Altrimenti sono solo una tutela poltronizia».

Ignazio La Russa si sforza di apparire super partes: «Bisogna superare gli eccessi: ognuno ha i suoi cretini ma non si può bloccare la selezione della classe dirigente. La soluzione esiste: riaffermando le regole dello statuto del partito». E conclude: «Se dovessi dare un nome a questa platea direi che è la destra italiana». Malgieri aggiunge: «Volgarmente s’è parlato di una nostra annessione». E Gasparri rilancia: «Apriamo ad altre realtà, ripensiamo al ruolo di An nella Cdl, come avrebbe voluto Tatarella». Replica a distanza Francesco Storace (Destra sociale): «È apprezzabile che alla riunione "tatarelliana" mancasse Salvatore Tatarella, che ho salutato di buon grado ad Orvieto. Hanno ragione: è in atto il superamento delle correnti».

Alla convention non mancano le battute contro gli altri. Per Gasparri «c’è chi fa un forte richiamo all’identità del partito, ma poi si proietta verso orizzonti di clientelismo». E La Russa avverte: «È vero che Alemanno ha avuto un grande successo alle Europee, ma anche Maurizio è andato bene, sebbene non avesse decoder da regalare a Reggio Calabria». E ancora: «Qui c’è chi antepone il bene del partito a quello della correnti. Altri pensano al bene personale, a diventare ministri». L’ultima è per Matteoli che aveva chiesto la sua destituzione aggiunge: «Tanto ad Ignazio un posto lo si trova». «Pensavo a quello auando mi tiravano le molotov a Milano. Se Altero fosse venuto qua c’era un piatto caldo anche per lui».


    

 

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