ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Tempo Sabato 25 maggio 2002


 

L’ARTICOLO 41 bis (carcere duro) avrà una durata certa per tutta la legislatura.


 

  È quanto prevede un provvedimento varato dal Consiglio dei ministri, annunciato dal ministro Castelli. È stato deciso anche che il regime del carcere duro sarà esteso anche ai terroristi e, naturalmente, ha detto, «non avrà efficacia retroattiva». «Ancora una volta — ha commentato Castelli — il Governo italiano è in prima linea nella lotta al terrorismo internazionale e abbiamo avuto tantissimi riconoscimenti, soprattutto dagli Stati Uniti e questo è un ulteriore passo in questa direzione».

Inoltre i terroristi saranno equiparati ai pentiti di mafia. Il disegno di legge infatti «inserisce i reati commessi per finalità di terrorismo fra i reati associativi previsti dall'articolo 4bis della legge n.354 del 1975, per i quali è necessario il requisito della collaborazione per l'accesso ai benefici penitenziari». Castelli ha poi parlato del problema del sovraffollamento carcerario: «Abbiamo stanziato 1.000 miliardi (oltre mezzo miliardo di euro) per costruire nuove carceri e ristrutturarne altre, ma sono cose che non si fanno in un attimo e quindi bisogna individuare una soluzione ponte per far fronte all'emergenza». Il ministro ha fatto l'esempio di Pianosa, «una struttura costata tanti miliardi, con l'aria condizionata e le macchine del caffè ancora chiuse nel cellophane, i cui unici ospiti sono adesso i topi. Non è in questo modo che si spendono i soldi dei contribuenti». Non nasconde una punta di amarezza il presidente della commissione Antimafia, Roberto Centaro (Forza Italia), per il fatto che il ddl sul 41 bis non introduce a regime la norma nell'ordinamento penitenziario, ma solo per l'intera legislatura. Perplesso anche il responsabile giustizia di FI, Gargani perché «la concezione della pena viene completamente alterata. Bisognerà discuterne approfonditamente in Parlamento». Il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante, critica la decisione di non mettere a regime il 41bis. Il provvedimento, dice Violante, «dovrà prevedere specificamente, come fa la nostra proposta di legge, tutte le necessarie limitazioni per impedire che i capimafia detenuti continuino a comandare sull'organizzazione esterna». «Una misura giusta», la definisce comunque Piero Fassino.

Protesta l’Unione delle Camere penali, che parla di una scelta «grave». «Ancora una volta — denuncia il vice presidente Claudio Botti — si interviene su un tema così delicato in un momento in cui l'emotività dell'opinione pubblica è forte e si utilizza l'anniversario della morte di Falcone per sottrarre al Parlamento il dibattito su questa materia. La cosa più grave è che si prevede una non temporaneità di questo regime».

«Oggi il Governo di centrodestra ripara i danni provocati dal Governo di centrosinistra. Pur comprendendo le esigenze dell’opposizione di fare polemica, soprattutto due giorni prima delle elezioni, credo che anche la critica più aspra debba incontrare limiti obiettivi nell'adesione alla verità», dice il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano.

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