ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione:     Pag.     )
Giovedì 24 ottobre 2002

di DAVID MURGIA

Il rapporto della Caritas/ I regolari toccano quota 1 milione e 600 mila. Sono la metà dei lavoratori domestici e di quelli stagionali, in aumento le donne

Immigrati, la Caritas boccia la Bossi-Fini


 


Invito a manifestare solidarietà. Il sottosegretario agli Interni, Mantovano, difende invece la leggeI lavoratori stranieri rappresentano il 3 per cento del totale della forza lavoro. Albania e Marocco al primo posti per numero di assunzioni. Nel 2001 130 mila nuovi permessi di soggiorno
In continuo aumento il numero degli extracomunitari che soggiornano in Italia. I regolari sono un milione e 600 mila

SEMPRE più extracomunitari in Italia, che ormai ha davanti a sé un futuro segnato dall'immigrazione. E' la fotografia scattata dal Dossier statistico e sull'immigrazione, curato dalla Caritas e dalla Fondazione «Migrantes», che è stato presentato ieri a Roma. Secondo la ricerca, infatti, il numero complessivo di immigrati regolari soggiornanti in Italia è di un milione e 600 mila (2,8% della popolazione italiana) quindi un immigrato ogni 38 residenti. Inoltre gli esperti stimano una presenza di irregolari tra il 25 e il 33% dei regolari, e cioè 300-350 mila persone. A pochi mesi dall'approvazione della nuova legge sull'immigrazione, la Bossi-Fini, Caritas e Migrantes invitano i cittadini a mostrare «agli immigrati innanzitutto un atteggiamento di solidarietà e di buon vicinato», ad «assicurare una leale collaborazione con le istituzioni sollecitandone un'applicazione meno restrittiva possibile e promuovere anche a livello giurisdizionale le interpretazioni più aperte sui punti controversi».

I lavoratori extracomunitari - secondo i dati del Dossier - costituiscono il 3% del totale delle forze lavoro (uno ogni 10 assunti). Per numero di assunzioni sono ai primi posti Albania e Marocco, che superano le 45 mila unità, quindi Romania e Svizzera (28 mila e 20 mila assunzioni), ex-Iugoslavia (17 mila), Tunisia (16.800), Senegal, Cina (entrambe 13 mila) e Polonia (10 mila). Il tasso di disoccupazione degli immigrati è del 7,4%, inferiore quindi al tasso di disoccupazione generale italiano (11,4%).

Nel 2001 i nuovi permessi di soggiorno per inserimento a carattere stabile sono stati 130 mila. «A prescindere dalle coalizioni al governo - si legge nel Dossier - la pressione migratoria è stata costante come anche la vigilanza delle forze di polizia». Nel 2001 più di 40 mila immigrati sono stati respinti alle frontiere, e altri 34 mila sono stati espulsi con effettivo accompagnamento. I richiedenti asilo sono stati circa 10 mila nel corso del 2001: la maggior parte delle domande d'asilo è stata respinta.

Per quanto riguarda i minori immigrati, ricorda il Dossier, si dimentica «che i due terzi di essi non sono venuti in Italia ma sono nati qui da noi». In soli quattro anni i minori stranieri sono raddoppiati: da 126 mila alla fine del 1996 a 278 mila alla fine del 2000 ai circa 300 mila attuali, ossia un quinto della popolazione immigrata. Caritas e Migrantes precisano che il termine «bambino straniero» «è improprio, perché si tratta spesso di bambini nati qui, che parlano come i nostri, hanno gli stessi gusti e spesso si distinguono solo per i tratti somatici».

Nell'anno scolastico in corso sono 182 mila i figli di immigrati che studiano nelle scuole italiane. Sei su dieci sono iscritti alle elementari e alle materne. Nel 2017, secondo una stima ministeriale, potrebbero arrivare ad essere 529 mila e incidere per il 6,5% sulla popolazione scolastica.

Forti critiche sono state espresse alla legge Bossi-Fini dalla presidenza della Caritas. «Qualcuno ritiene - ha detto il presidente, monsignor Benito Cocchi - che l'immigrato sia una merce-lavoro da consumare nel ciclo produttivo finché serve, cioè finché rende in termini economici». Ridimensionando il pericolo d'invasione di immigrati nel nostro Paese, il prelato ha descritto però una «situazione fortemente alterata da derive ideologiche e da interessi politici» in «cui la pressione migratoria oggi, come anni fa, è di gran lunga inferiore ad altri Paesi». Da parte sua, invece, il sottesegretario Alfredo Mantovano, intervenendo alla presentazione del Dossier, ha difeso la legge sull'immigrazione, sottolineando l'impianto specie negli aspetti del rapporto dell'Italia con i paesi di provenienza, del contratto di lavoro-permesso di soggiorno e dalle norme sull'asilo, non escludendo «eventuali modifiche» della legge.


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