ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su IL TEMPO
(Sezione: Politica   Pag.   4)
Mercoledì 5 giugno 2002

Mantovano: sanzioni e rimpatri per chi non è in regola. Cresceranno i centri di accoglienza

«Adesso serve serietà da aziende e stranieri»
Il sottosegretario all’Interno favorevole a un disegno di legge per regolarizzare i lavoratori clandestini



IL SOTTOSEGRETARIO all’Interno Alfredo Mantovano (An) definisce la Bossi-Fini non una legge rigida, ma che richiede serietà dal mondo del lavoro e dagli stranieri.

La Lega pensa al decreto flussi per far emergere gli extracomunitari che lavorano in nero. È uno strumento valido?
«L’individuazione dello strumento non è ancora avvenuta. A titolo personale, sarei perplesso sul decreto flussi sia perché, com’è stato per le colf, sarebbe meglio utilizzare un provvedimento legislativo in senso proprio per individuare i limiti e le condizioni, sia perché il decreto flussi serve a far venire gli extracomunitari che stanno fuori».

Usarlo per far emergere il lavoro nero significherebbe invece diminuire il numero effettivo di arrivi necessari alle imprese.
«Infatti, e poi il decreto flussi segue tempi precisi. Dal momento in cui la legge viene approvata passerebbero almeno due o tre mesi».

L’alternativa quale può essere?
«Un disegno di legge del governo con una corsia preferenziale, che peraltro non sarebbe così complesso come la legge e potrebbe essere approvato entro giugno».

Collegato alla legge Tremonti sull’emersione del sommerso?
«Questa è l’indicazione dell’ordine del giorno approvato dalla Camera e accolto dal governo. È chiaro che i riferimenti non saranno esclusivamente quelli dell’emersione che hanno riguardato gli italiani, ma anche quelli del permesso di soggiorno».

Che tipo di reazione prevedete dagli imprenditori?
«Gli imprenditori possono regolarsi come ritengono. Il dato certo è che noi abbiamo intenzione di far funzionare la legge, per cui se si trova uno straniero che non ha mai avuto il permesso di soggiorno o che gli è scaduto, la strada obbligata è l’espulsione con riaccompagnamento nel Paese d’origine, che diventerà lo strumento principale».

Cresce il ruolo di ambasciate e consolati come filtro per chi vuole venire a lavorare. Come saranno organizzate?
«È previsto un rafforzamento del personale delle rappresentanze diplomatiche che avranno un raccordo strettissimo con le prefetture, su base informatizzata con trasmissione dei dati in tempi rapidissimi. Già ora stanno lavorando i tecnici dei ministeri di Interno, Esteri e Lavoro».

Crescerà il lavoro dei centri di accoglienza, da sempre in affanno.
«È previsto nella legge un incremento dei centri con relativa copertura finanziaria, altri sono in via di ultimazione sulla base di stanziamenti già disposti con la finanziaria del 2002».

Il messaggio complessivo vuole essere di maggiore sicurezza e controllo?
«Non userei tanto il termine "rigore" quanto quello "serietà". Saranno richiesti comportamenti più seri da parte di tutti: dal mondo del lavoro, che sa che la scelta di impiegare lo straniero in nero è fatta a proprio rischio e pericolo, e da chi viene da noi. Lo straniero sarà bene accolto e integrato se sceglierà di entrare dalla porta presentando i propri documenti e sarà rimesso sull’uscio se proverà a sfondare la porta».

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