ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:    e   Pag.     )
Lunedì 27 ottobre 2003

Tiziana Caroselli

«Via il Crocifisso dalla scuola» Coro di critiche alla sentenza del giudice dell'Aquila. Protestano anche i politici, da Fini a Veltroni

La Cei: violata una legge dello Stato



 

ROMA – Monta la polemica dopo la sentenza del giudice dell'Aquila, Mario Montanaro, 33 anni, barese, ex “studente modello” Luiss, che ha ordinato la rimozione del Crocifisso dalle aule della scuola abruzzese di Ofena. Da maggioranza e opposizione si è levato ieri un coro di critiche e la Cei ha protestato con forza («Violata una legge dello Stato del '24»).

Intanto, mentre a Ofena si aspetta la notifica della decisione del Tribunale, il ministro della Giustizia Castelli ha deciso di intervenire affidando agli ispettori di via Arenula il compito di accertare se la sentenza sia stata estesa nel rispetto dell'ordinamento o se siano state ignorate leggi vigenti. «Ricordo – ha affermato Castelli – che in giurisprudenza esiste la possibilità di sanzionare dal punto di vista disciplinare chi emette sentenze abnormi».

Si valuteranno «gli estremi per un provvedimento disciplinare nei confronti del magistrato dell'Aquila».Il ministero dell'Istruzione ha ribadito ieri la sua posizione: «Applichiamo e continueremo ad applicare le disposizioni di legge del '24, mai abrogate, che fanno, appunto, obbligo di esporre il Crocifisso in tutte le scuole, così come in tutti i tribunali». Il dicastero di viale Trastevere ha anche annunciato che non appena la decisione del giudice Montanaro sarà notificata «verrà valutata l'opportunità di un ricorso al grado superiore di giudizio». Non è entrato nel merito il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni che, rimandando ai prossimi giorni un giudizio più approfondito sul caso, si è limitato a dichiararsi per ora «disorientato e preoccupato».

Hanno invece criticato apertamente la pronuncia i consiglieri laici della CdL che hanno ipotizzato anche un intervento del Csm. Il segretario dell'Associazione nazionale magistrati Carlo Fucci, pur non condividendo la sentenza, ha detto invece che «vanno respinte le strumentalizzazioni politiche che qualcuno tenta di fare del caso per aggredire la magistratura».Indignazione è stata espressa dal vicepremier Gianfranco Fini («una sentenza assurda che offende i sentimenti della stragrande maggioranza degli italiani»). «Rispetto questa sentenza, ma mi sento offeso come cristiano e come cittadino» ha dichiarato il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, aggiungendo: «Il Crocifisso non solo è il simbolo della mia religione, ma anche l'espressione più alta di 2000 anni di civiltà, che appartengono interamente al popolo italiano».

Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha posto invece l'accento sul fatto che la sentenza «è indicativa non solo del grado di impudenza raggiunto nella distorsione del diritto positivo, ma, di più, dell'ansia di onnipotenza che anima taluni giudici». Per il sindaco di Roma, il ds Valter Veltroni, la sentenza è «una forzatura del tutto sbagliata». Stesso concetto da Livia Turco, responsabile Welfare della Quercia: quanto è successo «non aiuta l'Islam».L'unico soddisfatto per il momento è ovviamente Adel Smith, presidente dell'Unione musulmani d'Italia, che ha dato il “la” all'intera vicenda chiedendo la rimozione dalle aule frequentate dai suoi figli del Crocifisso. «Una sentenza contro le ingerenze della Chiesa cattolica», ha ribadito ieri.


    

 

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