ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL SUD Giovedì 18 aprile 2002



PM DI POTENZA: ECCO PERCHÉ LA RETE È A RISCHIO

 

«Già inadeguata la legge del 1998»


 

POTENZA – «La legge sulla pedofilia, la numero 269 del 1998, che allora era ritenuta all'avanguardia, tra poco sarà superata e sarebbe utile che fosse avviata una riflessione sul suo adeguamento»: lo ha detto ieri a Potenza il pubblico ministero, Lucio Setola, commentando i risultati dell'operazione della polizia sulla diffusione di immagini pedo-pornografiche in Internet. «La legge 269 – ha spiegato il magistrato – presenta oggi due limiti oggettivi: il primo è tecnologico, nel senso che il perfezionarsi della "navigazione" in rete permette a coloro che scambiano materiale pedo-pornografico nuove soluzioni; e tale aspetto peggiorerà in futuro sempre più, con la tecnologia satellitare; il secondo limite – ha concluso – è rappresentato dal fatto che le tecniche di indagine sono più o meno note e quindi è necessario utilizzare metodi investigativi ancora più sofisticati». Sono quasi 40 mila i siti web monitorati, per l'esattezza 39.830. E poi, 73 persone arrestate, 729 indagati, 621 perquisizioni, 4.081 segnalazioni agli organi investigative.

Solo una settimana fa era stato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a fare il punto sui risultati della lotta alla pedofilia dall'entrata in vigore della nuova legge del 1998. Rispondendo a un'interrogazione scritta, Mantovano aveva sottolineato che questi risultati riguardano i siti riconducibili a cittadini italiani. Ma aveva anche aggiunto che nel corso delle attività di controllo «è stato rilevato che i server utilizzati nella maggior parte dei siti con contenuti pedo-pornografici si trovano all'estero, per cui sono stati informati gli organismi dei Paesi interessati». Il sottosegretario aveva citato espressamente i casi di Stati Uniti, per cui le autorità Usa hanno comunicato che «l'ordinamento nazionale non consentiva l'accesso ai siti interessati», e del Canada, per cui le autorità «hanno precisato che i siti segnalati erano riconducibili a organizzazioni che non avevano precedenti né avevano commesso crimini rispetto alla legislazione di quel Paese». Con l'operazione di ieri, il bilancio dell'attività di contrasto al fenomeno aumenta.

 

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