ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Gazzeta del Sud Venerdì 12 aprile 2002

Saveria Maria Gigliotti

Nel convegno organizzato dal Comune sul tema «Criminalità organizzata e difesa dell'ordine pubblico»

 

Troppe assenze, si parla di mafia
Le annotazioni dell'on. Napoli vicepresidente Commissione antimafia


Questo sforzo dell'Amministrazione comunale avrebbe meritato un uditorio maggiore». Così Angela Napoli, vice presidente della Commissione parlamentare antimafia ha esordito ieri sera intervenendo nel convegno su «Criminalità organizzata e difesa dell'ordine pubblico», voluto dall'Amministrazione comunale. Un incontro, questo, che, nonostante il delicato argomento, ha effettivamente registrato l'assenza di molti esponenti politici, tra cui anche numerosi consiglieri comunali, oltre che dei cittadini, soprattutto dei giovani. Un dato, questo, l'on. Napoli ha ritenuto doveroso segnalare «in quanto ciò potrebbe significare che non si sia ben compreso quanto sia importante il coinvolgimento di tutti nella lotta alla criminalità». Infatti, ha spiegato, «non si può demandare solo alle Forze dell'ordine la lotta alla criminalità, ma è doveroso rompere il muro di omertà che, spesso, si registra in varie realtà e non solo a Lamezia». Questo perché «non si può chiedere sicurezza se non si è uniti e consapevoli dell'importanza che il singolo cittadino può e deve dare alla lotta alla criminalità».

Di collaborazione con le Forze dell'ordine, precedentemente, avevano parlato il prefetto di Catanzaro, Corrado Catenacci, il questore del capoluogo, Biagio Giliberti, e lo stesso sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, che hanno invitato tutti a collaborare con i tutori della legge facendo esplicito riferimento al fenomeno racket ed alle estorsioni: se non ci sono denunce da parte degli interessati diventa difficile contrastare questi fenomeni molto diffusi anche nella città della Piana. Giliberti e Mantovano, poi, si sono trovati d'accordo anche su un altro punto: privilegiare l'operatività rispetto alle parole. Questo soprattutto in considerazione del fatto che «la mafia ha un progetto e noi – ha detto Giliberto – dobbiamo opporgliene un altro, altrettanto concreto».

Secondo Mantovano, comunque, che ha evidenziato l'indispensabilità della collaborazione degli Enti locali per la lotta alla criminalità, Lamezia «rappresenta una delle zone più difficili del territorio nazionale, nella quale non è mancata la generosità nel contrastare il fenomeno criminale». Quindi, nel ritenere che debba esserci più collaborazione tra Forze dell'ordine e Polizia municipale «che può svolgere determinate funzioni, perché non è polizia di serie B», ha rimarcato che nella città della Piana lo Stato è presente: «in ragione di un rappresentante delle Forze dell'ordine ogni 140 abitanti». Sul lavoro svolto da queste ultime si è soffermato Catenacci che ha ricordato come «ogni giorno sul territorio operano dalle 12 alle 15 autovetture». Quindi ha dato atto al vescovo della diocesi, monsignor Vincenzo Rimedio, presente al convegno, dell'impegno che la Chiesa sta profondendo per la creazione del senso civico tra la gente, stando in prima linea.

In apertura del convegno, il sindaco, Pasqualino Scaramuzzino, tra le altre cose, ha fatto rilevare che Lamezia «sta vivendo un momento difficile, un momento lungo molti anni e che ha visto la criminalità organizzata fare un salto di qualità». In merito a ciò ha ricordato che «nella nostra città venne ucciso il presidente Francesco Ferlaino quando i giudici erano considerati intoccabili dalla mafia», spiegando che oggi la mafia si è specializzata nelle estorsioni. Ma non solo. Infatti, secondo il primo cittadino, «la malavita organizzata ha una lungimiranza certamente più ampia di quella di molti nostri politici, di noi stessi che siamo classe dirigente del territorio, dello Stato. La criminalità organizzata sta da sempre scommettendo sulla nostra città, effettuando puntate via via sempre più alte, a differenza di alcuni, soprattutto della classe dirigente degli anni passati che sulla nostra città ha puntato sempre le briciole».

 

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