ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL SUD
(Sezione:         Pag.     )
Giovedì 12 giugno 2003

 

L'ordigno rudimentale danneggia un portale. Minacce al vescovo e al sacerdote degli immigrati

Attentato incendiario contro la cattedrale di Lecce


LECCE – Attentato contro la cattedrale di Lecce, scritte minacciose contro l'arcivescovo e contro il sacerdote che gestisce un centro di permanenza per immigrati nel Salento. L'episodio, che ha scosso l'intera comunità salentina, e non solo, è avvenuto all'alba di ieri. L'ordigno, con cui è stato danneggiato il portale posteriore della cattedrale, è stato costruito in modo molto rudimentale: una scatola in metallo, di quelle che di solito contengono il tonno, con dentro pezzi di stoffa imbevuti di gasolio, pezzi di metallo e un petardo. Le fiamme, che hanno intaccato il portale, si sono poi propagate all'interno bruciando un tappeto. Il fuoco è stato spento dal custode che ha subito chiamato il 113 e il numero di emergenza dei vigili del fuoco. Ma ciò che preoccupa maggiormente gli investigatori sono di sicuro le scritte lasciate sui muri esterni della cattedrale: contro l'arcivescovo, mons. Cosmo Francesco Ruppi, e don Cesare Lodeserto, che gestisce il centro di permanenza temporanea per immigrati «Regina pacis» a San Foca di Melendugno. Con lo spray di colore nero i responsabili dell'attentato hanno scritto sul lato destro del portale frasi come «Liberate gli immigrati dai lager. Subito», «Ruppi e Lodeserto carogne criminali», «Pagherete tutto pagherete caro».

Il procuratore della Repubblica, Rosario Colonna, ha aperto un'inchiesta sull'episodio e verificherà se ci sono collegamenti anche con il furto avvenuto alcuni mesi fa nell'abitazione dell'arcivescovo: persone non ancora identificate rubarono diecimila euro in contanti che mons. Ruppi aveva in casa e arredi sacri in argento. «Siamo preoccupati – ha detto Colonna – perché si tratta di episodi che si stanno verificando con frequenza». L'attenzione degli investigatori è concentrata sugli ambienti anarchici presenti in provincia di Lecce. Nelle ultime settimane si sono verificate accese polemiche contro la Chiesa leccese per la gestione del centro immigrati da parte di organizzazioni della sinistra e di appartenenti a gruppi «no global».

Il questore, Enzo Caso, ha tuttavia precisato che fino a ieri sera non ci sono state rivendicazioni, così come non ci sarebbero stati testimoni. Sull'episodio numerose sono state le reazioni: mons. Ruppi si è detto «affranto» per quanto accaduto, per un «gesto brutto per la città» e Lodeserto ha parlato di un «gesto organizzato», «gravissimo e offensivo». Il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, ha definito quanto avvenuto un gesto «di inaudita barbarie» che «amareggia profondamente tutti coloro che in questi anni hanno potuto apprezzare l'impegno religioso e civile che mons. Ruppi e don Cesare hanno profuso nell'accoglienza degli immigrati». Il presidente del consiglio regionale pugliese, Mario De Cristofaro, si è detto «sconcertato» per l'accaduto e soprattutto «per il livello a cui mandanti ed esecutori sono giunti». «Giù le mani da mons. Ruppi e da don Cesare» sottolinea l'assessore al bilancio della Regione Puglia, Rocco Palese. Il senatore di Forza Italia Rosario Giorgio Costa ha presentato sull'accaduto un'interrogazione parlamentare mentre il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, ha chiesto che intervenga il governo.

Il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano ha detto che è stato «un atto criminale che si pone fuori dalla stessa democrazia», che «non può essere tollerato né coperto politicamente, neanche in modo implicito. È un atto che non resterà impunito». Anche il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha inviato un messaggio all'arcivescovo di Lecce. «Desidero esprimerLe la piena solidarietà mia personale e della Camera – scrive Casini – per il vile atto criminale perpetrato contro la cattedrale di Lecce. Si tratta di un gesto barbaro e insensato che suscita profonda amarezza, ma che sono certo non inciderà in alcun modo sullo straordinario impegno profuso da Lei e da tutti gli operatori di pace della diocesi di Lecce a sostegno di chi più soffre e di chi più ha bisogno».


    

 

vedi i precedenti interventi