ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo comparso sulla STAMPA Domenica 26 Agosto 2001

Guido Ruotolo

IL SOTTOSEGRETARIO: «PERCHE’ NESSUN ESPONENTE DELLA SINISTRA HA ESPRESSO SOLIDARIETÀ ALLA LEGA?»

«Il Terrorismo non ha un solo colore, serve l'unità»


Ha sentito, sottosegretario Mantovano, che per la bomba al Tribunale di Venezia sono indagati due estremisti di destra?
«Naturalmente, occorrerà aspettare l’esito delle indagini ma intanto questa notizia rafforza la necessità di una unità politica contro il terrorismo, viste le difficoltà, al momento, di individuare una sola matrice della violenza a fini politici».

Ma come, da alcuni suoi colleghi di governo e di maggioranza si respinge l’invito all’unità...
«Io penso che ognuno debba fare la sua parte. Ricordo che lo stesso giorno in cui esplose la bomba al "manifesto", Gianfranco Fini andò subito nella sede del giornale per esprimere la sua solidarietà senza però...».

E allora?
«La stessa cosa non è accaduta a Vigonza. Non c’è stato alcun esponente dell’opposizione che ha espresso solidarietà alla Lega. Lo dico non per colpevolizzare qualcuno ma per sottolineare che l’esigenza di una unità politica contro il terrorismo si esprime anche attraverso gesti simbolici, e per Vigonza questo non si è verificato».

Terrorismo, Genova, ordine pubblico, malessere all’interno delle forze di polizia. Sottosegretario Mantovano, il ministro Frattini ha criticato la procura di Genova per gli avvisi di garanzia ai poliziotti. E lei?
«Non me la sento di censurare i comportamenti dell’ufficio giudiziario di Genova, che sta procedendo ad accertamenti individualizzati e ha messo da parte qualsiasi ipotesi di coinvolgimenti di massa di interi reparti di polizia».

La ferita di Genova continua a non cicatrizzarsi. L’opposizione vede in certe prese di posizione, e in certi comportamenti delle forze di polizia, il tentativo della destra di cavalcare l’ordine pubblico, di strumentalizzare il malessere della polizia. E’ così?
«Le forze dell’ordine non appartengono ad alcun partito politico e l’ordine e la sicurezza sono beni che devono stare a cuore di tutti. Il richiamo all’unità che ha fatto lo stesso presidente Berlusconi a Genova è per rendere evidente alle forze di polizia che hanno dietro di loro la nazione e tutte le forze politiche. Altro discorso è che la maggioranza e il governo devono affrontare i problemi concreti posti da Genova: la formazione delle forze di polizia, il loro equipaggiamento, le risorse da destinare - e la Finanziaria provvederà ad aumentare i fondi a loro disposizione - la consistenza numerica».

Propone di aumentare gli organici delle forze di polizia?
«Nei cinque anni di governo del centrosinistra il saldo degli organici delle forze di polizia si è chiuso in negativo, con trentamila uomini in meno tra unità effettive e virtuali. E per virtuali intendo la restrizione provocata dalla riduzione dell’orario di lavoro e la contrazione degli straordinari».

Un suo collega di partito, Valditara, ha proposto l’apertura di un fondo di sottoscrizione per pagare la difesa ai poliziotti indagati per i fatti di Genova. Lei sottoscriverà?
«Il mio ruolo istituzionale me lo sconsiglia. Ma poi vorrei ricordare che la difesa nei confronti di indagati dipendenti dello Stato può essere assunta dall’Avvocatura dello Stato, ed esistono altre forme di assistenza e di contribuzione straordinaria».

Le dichiarazioni del ministro Frattini, le iniziative del suo collega Valditara in ogni caso alimentano un conflitto tra magistratura e politica. Non è il caso di raffreddare queste tensioni?
«Sui fatti di Genova si sta vivendo un enorme paradosso: tutti i vari protagonisti hanno ragioni da rivendicare e torti che si ha difficoltà a individuare. I poliziotti trovano incredibile che rischiano la vita per reggere l’onda d’urto dei violenti e si ritrovano indagati. Ma è anche vero che per singole ipotesi di deviazioni, di eccessi nell’uso della forza, il nostro Codice di procedura penale prevede dei passaggi formali, primo dei quali è l’iscrizione sul registro degli indagati. Ed è quello che sta accadendo ora. Forse è il caso di avere pazienza, di saper aspettare qualche settimana per vedere ridimensionate le ipotesi d’accusa».

Silvio Berlusconi non vuole il vertice Fao a Roma. Nel governo si sono avute prese di posizione contrarie, ondivaghe sui vertici Fao e Nato. Cosa c’è dietro a questa incertezza?
«Il problema dell’ordine pubblico si sta proponendo in occasione di appuntamenti internazionali e istituzionali. Non se ne parla ancora sulle pagine nazionali dei giornali, su quelle locali pugliesi sì: il movimento no-global ha annunciato di voler contestare il presidente Berlusconi che sarà a Bari, l’8 settembre, per inaugurare la Fiera del Levante. Si è organizzato e consolidato nel paese un movimento antigovernativo che ha la piazza come teatro e che teorizza l’uso della violenza. Il vertice Nato si farà a Napoli, la Fiera del Levante sarà inaugurata l’8 settembre, per il vertice Fao la situazione è più complicata».

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