ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su LA STAMPA
(Sezione: Cronache   Italiane     Pag.   14  )
Sabato 19 Ottobre 2003

Flavia Amabile

IL GOVERNO PRENDE «MOLTO SUL SERIO» LE MINACCE DI BIN LADEN

 

I nostri servizi temono attentati «anomali»

Il sottosegretario all’Interno Mantovano: ma in Italia la prevenzione è forte


 

ROMA
Osama Bin Laden torna a lanciare minacce dal suo rifugio fra le montagne dell’Afghanistan, e di nuovo precisa che gli attentati colpiranno anche l’Italia. Gli esperti dell'antiterrorismo italiano prendono «molto sul serio» le parole del leader di Al Qaeda. Secondo gli investigatori si tratta infatti di un messaggio «verosimilmente autentico» e per questo, assicurano, «si intensifica anche in Italia l'attività di controllo e investigativa».

Non è una novità. Già un anno fa, lo scorso novembre, il leader di Al Qaeda aveva ammonito «gli alleati degli Stati Uniti nella «guerra contro il terrorismo» dichiarata dal presidente George W. Bush, e l’allarme nel nostro Paese dunque è alto. Il Viminale ieri ha voluto soltanto precisare che ci sono oltre 8 mila punti presidiati e 10 mila uomini impegnati ma nei giorni scorsi era stato molto più esplicito.

Alfredo Mantovano, sottosegretario all’Interno lo ha ammesso: «Stiamo vivendo allarmi da tempo e questi allarmi ovviamente si sono intensificati dopo l'11 settembre. L'apparato italiano di prevenzione dal terrorismo finora ha dato ottimi risultati, riconosciuti innanzittutto dagli Stati Uniti. È ovvio che le informazioni sono tanto più utili quanto più sono specifiche e concrete: come sempre, l'esigenza di fondo è di non vivere in una situazione di allarmismo ma in una situazione di serena preoccupazione, proprio per continuare a svolgere sull'opera di prevenzione che si è efficacemente svolta fino adesso».

Il sottosegretario non ha escluso nemmeno attentati anomali, sulla scia di alcune notizie diffuse dagli Stati Uniti che Al Qaeda potrebbe organizzare attentati servendosi di giocattoli imbottiti di esplosivi. «L'Italia, come tutti i Paesi occidentali, non può escludere al cento per cento rischi di attentati anomali: in termine di probabilità, però, le prospettive per i terroristi qui sono prospettive difficili come emerge dai successi delle operazioni di prevenzione e di investigazione dai riscontri giudiziari fin qui avuti». La consapevolezza dei rischi di attentati in Italia appare anche da una relazione ufficiale del ministero dell’Interno presentata agli inizi di ottobre in Parlamento. Si tratta del rapporto 2002 sull’attività delle Forze di Polizia e sullo stato dell’ordine della sicurezza pubblica nel territorio nazionale. Al suo interno si legge che le «potenzialità offensive» della rete terroristica di Al Qaeda «restano ancora notevoli» e che le minacce «hanno ulteriormente elevato il grado di rischio a cui anche il nostro Paese è esposto.

Il dossier sottolinea che «sono state acquisite risultanze in base alle quali, già prima dell'11 settembre, Al Qaeda sarebbe stata in grado di utilizzare sostanze tossiche e chimiche, da impiegare in azioni terroristiche» e segnala al Parlamento che le operazioni militari anglo-americane in Iraq possono «comportare l'aumento dell'esposizione al rischio di attentati anche per l'Italia, vista anche l'accresciuta presenza militare italiana in Afghanistan».

Affermazione che ieri ha trovato puntuale conferma. Secondo il ministero dell’Interno è «dalle cellule autonome per lo più formate da mujaheddin non allineati che hanno ricevuto un addestramento terroristico completo nei campi dislocati nell’area afghano-pakistana che si può far discendere la minaccia di maggiore valenza nel breve-medio termine a causa del loro numero e nel contempo della loro struttura elementare e fortemente compartimentata».

La Lega Nord, attraverso il senatore Piergiorgio Stiffoni, ha commentato le nuove minacce contro l’Italia chiedendo immediatamente al governo e al ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu l'espulsione immediata tutti i simpatizzati del terrorismo di matrice islamica, vale a dire di persone «risultate clandestine e che qualche giudice ha liberato con la scusa dell'incostituzionalità della Bossi-Fini o delle più strampalate argomentazioni; altri sono imam di moschee che più volte hanno incitato alla ribellione e al terrorismo internazionale. Non possiamo tenere un cavallo di Troia nel nostro paese. Che tutti gli inquisiti e indagati a piede libero vengano espulsi immediatamente. Che cosa aspettiamo? Che questi signori seguano le indicazioni di Al Qaeda e fare dell'Italia, come ha minacciato stasera Bin Laden, un altro Israele?».


    

 

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