ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA STAMPA Lunedì 10 dicembre 2001

GUIDO RUOTOLO

IL SOTTOSEGRETARIO DI AN: NOI DIFENDIAMO LA LIBERTA´

Mantovano: respingo gli aut-aut
«Gli altri non possono dirci o prendere o lasciare»


ROMA E´ irritato Alfredo Mantovano, sottosegretario all´Interno: «E´ un peccato che per calcoli politici si metta la sordina a problemi di libertà individuali e di garanzie che dovrebbero stare a cuore a tutti».

Sottosegretario, è iniziato il conto alla rovescia per sapere se si troverà o meno l´accordo con Bruxelles. Quali sono al momento gli ostacoli che lo impediscono?
«Dopo l´11 settembre tutti ci siamo posti il problema di avere strumenti più efficaci nei confronti della prevenzione e del contrasto alla criminalità terroristica. E´ stata una esigenza, per fortuna, avvertita anche da quegli Stati che in passato erano i meno sensibili a questi problemi. Ma bisogna evitare pasticci, dal punto di vista giuridico, e anche pericolose fughe in avanti. L´Italia si è già dotata di strumenti adeguati alla sfida contro questa criminalità che non sono liberticidi ma molto equilibrati nella loro impostazione».

E perché sul mandato di cattura europeo vi sono tanti dubbi?
«Il mandato di cattura europeo è solo un aspetto, l´ultimo, del problema. Dal punto di vista logico, a monte della strategia comune antiterrorista c´è l´affermazione dei beni da tutelare, poi l´individuazione delle sanzioni penali per chi aggredisce o pone in pericolo questi beni, infine l´individuazione delle norme di procedura per applicare queste sanzioni, cioè il mandato di cattura europeo. A livello dei Quindici non abbiamo definito ancora quali sono i beni da tutelare e quali le sanzioni penali da contestare».

Il vertice di Bruxelles ha trovato l´accordo sulla definizione del reato di terrorismo...
«Questo è vero, però non si è ancora discusso a quale titolo si viene puniti. Un altro aspetto che non può essere dimenticato è che non sono omogenee a tutti gli Stati le legislazioni sotto il profilo delle garanzie. In Italia, per esempio, a fronte del gip che ordina l´arresto c´è la possibilità di far ricorso al Tribunale del Riesame o alla Cassazione, cosa che non avviene in altri Stati. Non sono particolari secondari, stiamo parlando di libertà e di garanzie individuali. Preoccupazioni di questo tipo sono avanzate anche da giuristi che non sono di area di centrodestra».

E allora, se stanno così le cose, lei spera ancora in una mediazione per trovare un accordo prima del vertice di Laeken?
«Non è inconciliabile l´esigenza di accelerare i tempi per dotarsi di strumenti comuni nel rispetto delle garanzie. Che l´Europa si doti dello strumento del mandato di cattura comune siamo tutti d´accordo, occorre intendersi sulla sua estensione e sui tempi di attuazione».

Perché l´Italia si è dichiarata d´accordo a sottoscrivere il mandato di cattura europeo per sei reati e non per gli altri ventisei della lista proposta a Bruxelles?
«Perché i sei rispondono all´esigenza posta dai fatti dell´11 settembre e su questi reati c´è una maggiore omogeneità tra i diversi ordinamenti».

Il riciclaggio, che non fa parte della lista dei sei reati indicati dall´Italia, non rientra nella lotta al terrorismo?
«Va da sé che se si contesta il reato di terrorismo il riciclaggio viene agganciato. E´ inammissibile la logica del prendere o lasciare. L´Italia da tempo è ai primi posti come legislazione e strumenti operativi nel contrasto al crimine organizzato. Ricordo che dagli anni `80 abbiamo introdotto il reato di associazione di stampo mafioso, che nei codici degli altri paesi non è contemplato; da poco abbiamo introdotto il reato di associazione sovversiva finalizzata al terrorismo anche internazionale, una trincea avanzatissima; siamo in solitudine nell´attività di contrasto all´immigrazione clandestina. Anche la legislazione sul riciclaggio e il contrabbando è la più avanzata in Europa. Suonano come beffa le lezioni che dobbiamo sentirci fare da Stati che hanno ospitato terroristi (la Francia), che chiudono un occhio al contrabbando (la Grecia), che non hanno collaborato in occasione del G8 di Genova (la Germania), che, infine, non collaborano sul terrorismo internazionale (il Belgio)».

Come uscire dall´isolamento europeo?
«Convenendo, con una affermazione di principio, che il mandato di cattura europeo è uno strumento efficace e da adottare. Per la sua attuazione, però, si devono prima colmare quei vuoti che esistono sull´individuazione dei beni da preservare e delle sanzioni da contestare. Se si accetta questo discorso, allora l´accordo si trova. Del resto, come faranno i 14 ad andare avanti senza aver definito questo quadro?».

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